Ci sono serate che è un peccato sprecarle, perdendo tempo con il calcio davanti alla tv. Specialmente se si tratta del sospirato sabato e le partite in questione non regalano quelle emozioni o quegli scopi per i quali rosicchiamo unghie e noccioline sul divano. Almeno potenzialmente. Poi, costretti dai locali chiusi, dalle strade vuote, sacrifichiamo l’ennesimo fine settimana in nome del dio pallone. Va di scena Cagliari-Parma. Le due squadre, seppur attrezzate con un discreto parco giocatori, si sono imbattute in una stagione disgraziata. Tra sconfitte (il maggior numero dopo il Crotone) e cambi allenatori, ora si ritrovano inopinatamente al terzultimo e al penultimo posto della classifica. Sembrerebbero delle predestinate alla serie cadetta ma, credete, non è così semplice da spiegare. A non capacitarsi, lamentandosi in settimana, è stato anche Tommaso Giulini, presidente del Cagliari. Il patron non riesce a credere come una squadra con Cragno, Godin, Simeone, Joao Pedro, Nainggolan, Pavoletti, possa ritrovarsi a lottare per non retrocedere. Invece la realtà dei fatti dice tutt’altro, tanto è vero che anche il pareggio poteva essere deleterio per le speranze di riacciuffare almeno il Torino, posto poco più su. Già dal fischio di inizio ci siamo resi conto che la serata non sarebbe stata noiosa. Il Parma ha deciso di non attendere, attaccando dal primo minuto, con il Cagliari sorpreso dalla battagliera decisione. Ma, come sanno gli amici de ilcalcioquotidiano, a noi non interessa la cronaca, che diventa sterile personalizzazione soprattutto per coloro che hanno assistito alla partita. Quello che ci interessa è raccontarvi i fatti, le emozioni.
E ieri sera al Sardegna Arena le emozioni non si sono lesinate.
Sarebbe stato d’accordo perfino Enrico IV, al momento di salire al trono quale Re di Francia.
Enrico di Navarra, futuro Sovrano appartenente al ramo Borbone, uscito vittorioso da una lunga guerra civile, capì che era giunto il momento di sacrificarsi pur di conquistare il trono. Proprio lui, ugonotto e di religione protestante. L’unica possibilità era di convertirsi al cattolicesimo cosa che fece abiurando il calvinismo, pregno di filosofica rassegnazione: “Parigi val bene una messa”, rimane un’espressione scolpita nei testi di storia. Sta a significare che vale la pena di sacrificarsi per ottenere un alto scopo.
Noi, umili tifosi, ci siamo sacrificati investendo circa due ore per un incontro di bassa classifica. Ma non potevamo sapere quanto saremmo rimasti coinvolti. Persino i protagonisti sono usciti increduli e stupefatti dal terreno di gioco. Il Parma è rimasto in vantaggio per quasi tutta la partita staccando gli avversari di due lunghezze, prima sullo 0-2 e poi sul 1-3. Poi, al 66°, il violento destro di Marin ha riaperto il cuore dei sardi. Il finale è stato una bolgia con il Cagliari in attacco senza concretizzare. Poi, in un lampo, la situazione si è ribaltata incredibilmente. A partita praticamente finita, se non per il residuo tempo di recupero, Pereiro al 92° e Cerri al 94° hanno regalato quella follia, quell’adrenalina, degne delle migliori pagine di Stephen King.
Il risultato di 4-3, che inguaia i parmensi (penultima difesa del torneo) e rende il cammino del Cagliari più praticabile, ha lasciato forti strascichi emotivi. I rossoblù hanno completato il loro rito, caricandosi a vicenda a centrocampo, fatta eccezione per Cerri subito uscito al fischio finale con atteggiamento urtato e fortemente polemico. Poi le telecamere di DAZN hanno indugiato in una porzione di campo semibuia e lontano dal giubilo. Seduto a sciogliersi in lacrime Kurtic che, nelle calde gocce di salino, ha sfogato tutta la sua rabbia e frustrazione. E’ sempre un colpo al cuore quando si vede uno sportivo cedere a questi atteggiamenti. Ma non potevamo immaginare il seguito. Mentre il Cagliari rientrava festante negli spogliatoi, Kurtic è stato raggiunto da Joao Pedro, suo vecchio compagno d’arme con la maglia rosanero del Palermo. Il brasiliano si è seduto accanto all’amico di tante partite senza parlare, con un’espressione affranta e lo sguardo nel vuoto. La vicinanza al calciatore gialloblù è stata così sincera e partecipativa che uno spettatore distratto avrebbe anche potuto immaginare che il Cagliari non avesse vinto.
Alla coppia, con intenti consolatori, si è poi unito mister Semplici, che ha avuto alle dipendenze Kurtic nel periodo trascorso alla Spal.
Belle immagini, anche dopo un’aspra battaglia come quella di stasera, che ci riappacificano con questo sport.
Eh si, sarebbe stato d’accordo persino Re Enrico.
Cagliari-Parma val bene una messa, val bene un altro sabato speso sul divano.