Sono passati già sei mesi dalla fine del vecchio corso e dall’arrivo di Mazzarri in Sardegna, da allora ne ha viste tante il tecnico livornese con il Cagliari. La crisi senza fine, l’impresa salvezza da compiere e i suoi tentativi di rialzare le sorti della squadra. La sua cura, con non poche difficoltà, adesso sta iniziando a fare effetti ma basterà per l’obiettivo salvezza?
La crisi rossoblù senza fine
Solo tre mesi fa, il Cagliari toccava il fondo subendo una pesantissima sconfitta interna contro l’Udinese per 4-0. La contestazione fuori dallo stadio da parte dei tifosi e la paura di undici giocatori che non riescono più a esprimersi secondo le loro qualità. Il penultimo posto in solitaria e una situazione sempre più critica. Un destino quasi segnato per i tifosi e i calciatori rossoblù. Un gruppo disunito ed impaurito senza mentalità che chiude il 2021 in modo disastroso. Una sola vittoria e 11 sconfitte in 19 partite.
La cura Mazzarri e l’ottimo inizio di 2022 del Cagliari
Dopo la pessima prima parte di stagione, arriva finalmente la svolta. La pausa, le vacanze e il ritorno in campo nel nuovo anno. Aria fresca con l’arrivo del giovane Lovato e l’addio di giocatori esperti come Godin e Caceres. Addii che sembrano contribuire in positivo a creare un ambiente migliore nello spogliatoio. Il ritorno alla vittoria fondamentale con la Sampdoria che inizia a muovere la classifica e anche qualcosa dentro la testa dei giocatori. I tre punti ottenuti ottenuti anche contro il Bologna e una scalata che inizia ad essere importante. La sconfitta di misura a Roma, causata da un rigore e i cinque risultati utili consecutivi nel 2022. Vittorie importanti contro Atalanta e Torino, trionfi sfiorati invece contro Napoli e Fiorentina.
Prestazioni e risultati importanti di un Cagliari sfacciato e diverso da quello del difficile girone di andata. Dopo aver lavorato tanto sulla testa dei suoi calciatori, Mazzarri nel nuovo anno riesce a improntare la sua idea di calcio e il suo stile di gioco uomo contro uomo. La squadra lo segue e in campo si vede, non solo per i risultati. Alcuni calciatori, prima passati in secondo piano, diventano uomini chiave e al centro del progetto. Altare che un anno fa giocava all’Olbia, diventa perno difensivo con ottimi risultati. Pereiro inizia a incidere e si prende il posto da titolare in attacco, assieme a Joao Pedro, alla faccia di Pavoletti e Keita. Bellanova che mette in mostra tutto il suo talento sulla fascia e il rinato Dalbert che inizia a fare bene anche in diversi ruoli. Il collettivo alza il livello e stessa cosa anche i singoli. Il Cagliari assume una nuova mentalità, non è più fragile e inizia a giocarsela senza paura.
Se la cura Mazzarri basterà a raggiungere la salvezza lo dirà solo il campo ma questo Cagliari al momento è vivo e rimane, seppur con qualche limite ancora in rosa, assolutamente da Serie A. Una cosa è anche certa, i rossoblù ora sono padroni del proprio destino e hanno un’identità ben precisa.
Serenità, lavoro e collettivo gli ingredienti del nuovo Cagliari di Mazzarri.