Vialli & Mancini, si può essere amici per sempre
Se dovessimo dare una colonna sonora a Italia – Austria di qualche giorno fa, il jukebox della nostra memoria penserebbe subito ad Amici per sempre dei Pooh.
Una scelta irrazionale, se l’occhio delle telecamere non avesse rivolto il suo sguardo alla panchina Azzurra.
Ci sono due uomini in giacca e cravatta pazzi di gioia che esultano, sorridono e per finire si abbracciano.
E quell’abbraccio apre un mondo.
Un mondo che va oltre quella partita di calcio.
Va verso la vita.
E’ un urlo liberatorio l’abbraccio di Vialli & Mancini.
E noi non possiamo fare a meno di riavvolgere il nastro.
Tasto REWIND. E riascoltarla tutta.
I gemelli del gol li chiamavano. Fra gli artefici di un’impresa storica che 30 anni fa portò lo scudetto a Genova, citofono Samp, ovviamente.
Si può essere amici per sempre
Anche quando le vite ci cambiano
Ci separano e ci oppongono.
Le strade dopo il miracolo della Doria si dividono, diventeranno avversari sul campo, ma mai nemici.
Un doppio filo li lega e non li abbandona mai.
Si può essere amici per sempre
Anche quando le feste finiscono
E si rompono gli incantesimi.
E succede poi che uno si ammala. Inizia una nuova battaglia e l’amico lo vuole accanto a sé. Comunque.
Ci saranno cure da seguire e chemio da affrontare, ma quando Mancini chiama Vialli risponde.
La partita della vita si fonde così con quella sul campo. Intrinsecamente, da non capire più chi lotta e per cosa.
E campioni del mondo o in un mare di guai
Per gli amici rimani chi sei
Sarà il branco che viene a salvarti se ti perdi.
Chissà quante volte uno si è sentito perso e l’altro è andato a salvarlo. Dalle sconfitte che bruciano, dalle incognite di un destino che ti ha portato il conto.
E chissà se in quell’abbraccio non abbiano pensato anche a questo.
E a quanta strada c’è ancora da fare. A Euro 2020 e nelle corsie di un ospedale.
Ma quando si è in due tutto pesa la metà.
Abbracciatevi. Abbracciatevi ancora. Per non far appassire il fiore della speranza.
Di un Europeo da sogno.
Di un male voce del verbo passato.