Da tempo, ahimè, ci si deve adattare a un campionato sempre più spezzatino. Il tifoso, o l’appassionato di calcio, è stato pian piano inghiottito da questo “assurdo” sistema che travolge il mondo del nostro amato pallone. Da qui, difatti, ne deriva che anche questo strambo gioco di giorni e di orari diversi tra loro rischia seriamente di far disinnamorare anche i tifosi più accaniti.
È ormai noto che la settimana calcistica inizia a volte il venerdì e spesso la stessa si conclude con la successiva al lunedì, tutto questo in un “pasticcio” di orari sempre diversi, dettato solo dai “Signori Padroni” delle TV a pagamento, gli stessi che ormai da tempo hanno letteralmente rubato a noi tifosi il gusto di assaporare un risultato nello stesso giorno e nello stesso orario. Ma la passione resta forte, e quindi anche con lo spezzatino in corso e con una pandemia virale, che ha rischiato di annullare il nostro sport preferito, sì insomma, se pur con mille difficoltà in atto, il gioco, lo spettacolo, è andato e andrà avanti.
Tutto questo “pasticcio”, se vogliamo così definirlo, è dettato anche dal fatto che rispetto agli anni ‘80/’90 il calcio è stato anche triplicato; sì, ovviamente, si gioca di più, e parte della colpa è anche da attribuire a chi ha permesso che tutto ciò si concretizzasse. Probabilmente i massimi organismi sportivi e calcistici nazionali sono i maggiori responsabili, e quel dio denaro che muove il globo intero è diventato un business troppo ghiotto per questo sport. Solo in Italia, difatti, il calcio genera quasi 4,7 miliardi di euro, ovvero il 7% del PIL nazionale, divenendo a tutti gli effetti un’immensa industria.
Va da sé che, mentre c’è “qualcuno” che ci guadagna, c’è sempre qualcun altro che invece al contrario ci perde. Spremere quindi i calciatori professionisti sino al midollo spesso è controproducente, poiché giocando quasi ogni tre giorni ci rimette il bel gioco e quindi lo spettacolo tutto. Così solo i club più attrezzati sono in grado di proseguire in maniera degna la maggior parte del campionato.
Mi piacerebbe vedere quello che ormai da tempo non esiste più, ovvero la competizione reale tra tutte le squadre partecipanti in Serie A; quelle squadre che un tempo si chiamavano Fiorentina, Cagliari, Hellas Verona, Lazio, Sampdoria, Napoli, Roma… capaci di arrivare in vetta e vincere l’agognato scudetto. Invece oggi è quasi tutto più noioso. Già ad inizio campionato si parla di chi vincerà il titolo, come se il tutto fosse già stato scritto in anticipo, e ovviamente nemmeno a dirlo le squadre in questione sono sempre le solite tre: Juventus, Inter e Milan! E purtroppo non è solo una questione italiana, ma mondiale. Vince chi ha più soldi. Bel danno, davvero un bel danno… come a voler dire ai tifosi dell’Udinese, del Bologna, del Lecce eccetera, “Ragazzi, mettetevi il cuore in pace, per voi non c’è posto!”. E tutto è davvero molto triste.
In questo marasma, uno degli aspetti certamente positivi è stato proprio la creazione di questo sito, di questo spazio libero ed indipendente dove un manipolo di giornalisti ed appassionati di calcio, quotidianamente e con puntuale professionalità, si dedicano a pubblicare articoli di vario genere sul nostro amato calcio. Grazie a questo lavoro costante “Il Calcio Quotidiano” diventa ogni giorno sempre più ricco di contenuti ed accattivante, crescendo continuamente ed ottenendo apprezzamenti e consensi anche da parte di chi non ci si sarebbe mai aspettato.
I “Queen” cantavano la celebre “The show must go on”: e noi tutti, nel nostro piccolo, al di là di orari improponibili, campionato spezzatino, partite ogni giorno e pandemie varie, stiamo cercando di contribuire affinché questo spettacolo, lo spettacolo del calcio, possa andare avanti, seppur con uno sguardo diverso e disincantato rispetto a tutto ciò che ci viene propinato ogni giorno. Lo facciamo con amore, con passione, col pensiero… perché sino a quando ci sarà un cuore che batte per il calcio, questo spettacolo deve necessariamente continuare!