Aveva suscitato non poche polemiche la scelta di giocare l’amichevole tra la squadra inglese del Tottenham e la Roma in terra israeliana (e precisamente ad Haifa). Basti pensare, ad esempio, che subito dopo l’annuncio della società giallorossa di prendere parte a questa sfida (valevole per l’I-Tech Cup, uno dei tanti trofei estivi che si assegnano nel corso dell’estate pre-campionato), i Fedayn, uno dei gruppi ultras storici della squadra capitolina, ha reso noto, inequivocabilmente, la propria opposizione in merito, affiggendo uno striscione alle porte di Trigoria con la scritta “In uno stato che occupa non può esserci ‘amichevole'”.

tottenham
Lo striscione dei ‘Fedayn” affisso alle porte del Centro Sportivo di Trigoria

L’APPELLO DI DUE CLUB PALESTINESI

In merito a questa partita è poi giunto anche un appello, affinché la Roma decidesse di non giocare la sfida contro il Tottenham in Israele, da parte di due club calcistici della Palestina: il Balata Youth Center ed il Palestine Amputee Football Association, squadra di Gaza composta da ragazzi ai quali sono stati amputati degli arti a causa dei proiettili dei cecchini israeliani o durante assalti militari. Di seguito il testo della lettera inviata dalle due squadre palestinesi alla società giallorossa:

“Spett.le AS Roma,

Vi scriviamo come Club calcistici palestinesi dei territori occupati della Cisgiordania e della striscia di Gaza sotto assedio. Sappiamo dell’intenzione di giocare una partita “amichevole” nell’Israele dell’apartheid. Vi preghiamo, in nome dello spirito e dei valori sportivi alla base di questo bellissimo gioco di non giocare in un Paese, Israele, che pratica l’apartheid.

Non c’è nulla come il senso di libertà che proviamo correndo per il campo, o il senso di euforia di quando vinciamo una partita.

Questi momenti di pura gioia sono troppo brevi e sempre interrotti quando dobbiamo tornare alla realtà della nostra vita sotto un “crudele sistema di oppressione e dominio”, quale ogni giorno subiamo, e quale definito e documentato da Amnesty International.

I soldati israeliani sistematicamente sparano e uccidono i nostri giocatori: per mano dei soldati israeliani, solo nell’ultimo anno hanno perso la vita il 16enne Saeed Odeh, il 19enne Mohammad Ghneim, il 18enne Thaer Yazouri, e il 14enne Zaid Ghneim.

Le carriere sportive dei nostri atleti sono terminate perché mutilati dai soldati israeliani, come è stato per il 23enne Mohammed Khalil di Gaza, a cui hanno sparato ad entrambe le ginocchia. Di fatto, a Gaza esistono diverse squadre di giocatori che hanno subito amputazioni e perso arti a causa dei proiettili dei cecchini israeliani o durante assalti militari. I nostri stadi sono stati distrutti dalle bombe israeliane. I nostri giocatori vengono arrestati e arbitrariamente detenuti nelle carceri israeliane senza che esista o venga notificato un capo d’accusa. I soldati israeliani armati fanno irruzione nei nostri campi da gioco e sparano gas lacrimogeni durante le partite, anche quelle delle squadre giovanili. Israele ostacola e impedisce l’importazione delle attrezzature sportive.

È poi importante dire che, mentre la Federcalcio israeliana comprende, nelle sue serie, squadre degli insediamenti israeliani illegali sorti su terre palestinesi rubate, i posti di blocco militari israeliani impediscono a noi di spostarci nella nostra stessa terra, che sia per l’allenamento o per le partite.

Anche la nostra amata Coppa della Palestina ha dovuto subire rimandi ed è stata definitivamente interrotta perché Israele non ha permesso ai calciatori dei due club vincitori di viaggiare nella nostra terra per giocare la partita. Pensiamo solo un momento a cosa significhi: queste squadre hanno superato difficoltà apparentemente insormontabili poste dal regime israeliano di occupazione militare e di apartheid per raggiungere la cima della classifica, per poi vedersi arbitrariamente impedire di giocare la finale di campionato dal medesimo regime che quotidianamente le opprime.

Stiamo parlando da un punto di vista calcistico, ma quello di cui facciamo esperienza nello sport è anche la realtà di milioni di palestinesi che vivono la brutale violenza del regime di apartheid israeliano.

Lo stesso giorno in cui soldati israeliani hanno sparato al calciatore Thaer Yazouri, hanno sparato e ucciso la nota giornalista palestinese Shireen Abu Akleh. Gli stessi soldati hanno poi brutalmente attaccato il corteo funebre, assalito gli uomini che portavano il feretro e i partecipanti, un atto barbaro condannato anche da diverse autorità spirituali cattoliche e cristiane in Palestina.

Israele, in modo non dissimile da altri regimi di oppressione, propone queste partite amichevoli perché la considera una opportunità preziosa di sportswashing rispetto al regime di apartheid. Esattamente come il Sudafrica dell’apartheid lo utilizzò a suo tempo. Eventi sportivi con squadre famose come la Roma contribuiscono a fornire al regime di apartheid israeliano quella copertura propagandistica indispensabile per seguitare impunemente la brutale oppressione di tutti i palestinesi, ivi inclusi i calciatori.

In una recente intervista, l’allenatore dell’AS Roma José Mourinho ha risposto a una domanda sull’invasione illegittima dell’Ucraina da parte della Russia e sulle forme di dissenso messe in campo ricordando altre guerre in corso in tutto il mondo, tra cui gli attacchi di Israele ai palestinesi di Gaza. Ha affermato che una delle principali domande che si pone è cosa possiamo fare al riguardo.

Ebbene, ecco una cosa che potete fare. Il vostro club è in una posizione privilegiata e unica per aiutarci a isolare il regime di apartheid di Israele fino a quando non rispetterà i nostri fondamentali diritti: esattamente come è avvenuto per il Sudafrica dell’apartheid, rifiutandosi di giocare in Israele, il quale da anni ha messo in atto un non meno brutale sistema di apartheid.

Vi preghiamo dunque di unirvi al numero senza precedenti di calciatori, squadre e atleti che hanno deciso di stare dalla parte giusta della Storia, rifiutando di rendersi complici dell’operazione di sportswashing portata avanti dal regime di apartheid israeliano.

I giocatori nostri compagni, che sono stati uccisi, mutilati, arrestati, a cui è stato negato perfino il diritto di giocare, sono per sempre nei nostri cuori. È per loro, e per i palestinesi, giovani e anziani, che continuano a sognare, che non possiamo né vogliamo rimanere in silenzio.

Non c’è assolutamente nulla di “amichevole” nell’uccisione da parte di Israele di giovani calciatori e nell’oppressione di milioni di palestinesi. Per favore, non giocate nell’Israele dell’apartheid.

Cordiali saluti,

Balata Youth Center

Palestine Amputee Football Association”.

TOTTENHAM-ROMA: UN ALTRO STRISCIONE, DOPO LA PRESENTAZIONE DI DYBALA

Gli appelli, però, non sortiscono gli effetti sperati ed alcuni tifosi della Roma decidono comunque di rimarcare, ulteriormente, la propria posizione in merito. Al termine della presentazione del neo acquisto giallorosso Paulo Dybala, organizzata presso il Colosseo quadrato (Eur), è comparso, infatti, un nuovo striscione, che riportava la data della suddetta sfida (30 luglio 2022) e la scritta “Tifiamo Intifada“.

tottnham
Lo striscione apparso sulla Cristoforo Colombo, a Roma

AMNESTY ITALIA INVIA ALLA ROMA UN REPORT SULL’APARTHEID ISRAELIANO CONTRO I PALESTINESI

Il giorno della partita tra il Tottenham e la Roma, infine, interviene anche Amnesty Italia che annuncia, tramite i propri canali social ufficiali, di non aver avuto la possibilità di incontrare la società giallorossa in merito a questa amichevole giocata in terra israeliana, ma che comunque il club capitolino ha avuto modo di ricevere un report dettagliato in merito all’apartheid israeliano contro il popolo palestinese.

TOTTENHAM-ROMA, RISULTATO FINALE E TABELLINO

Alla fine, nonostante i molteplici appelli, la sfida tra il Tottenham di Antonio Conte e la Roma di Josè Mourinho si è comunque disputata, presso lo Stadio Sammy Offer di Haifa, e ha visto la vittoria di misura della squadra giallorossa, grazie ad il gol di Ibanez, alla mezz’ora, su assist proprio di Dybala.

Di seguito il tabellino completo del match:

Tottemham-Roma 0-1

Marcatore: 29′ Ibanez

TOTTENHAM (3-4-3): Lloris (66′ Forster); Romero, Dier, Sanchez (46′ Lenglet); Doherty (66′ Royal), Hojberg, Bissouma (46′ Bentancur), Perisic (75′ Sessegnon); Kulusevski (66′ Lucas), Kane, Son (66′ Richarlison). A disp.: , Austin, Spence, Davies, , White, Sarr, Bryan. All. Antonio Conte.

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp (78′ Celik), Cristante, Pellegrini (90’+3′ El Shaarawy), Zalewski(60′ Spinazzola); Dybala (60′ Matic), Zaniolo (90′ Bove); Abraham. A disp.: Svilar, Boer, Vina, Kumbulla. All. José Mourinho.

Ammoniti: Pellegrini, Romero.