Bartramfonte: sito ufficiale Charlton

Ehi, ma cosa diavolo ci fai ancora li? La partita è stata sospesa, sono andati via tutti!”, fu questa la frase che durante una gara del Boxing Day nel 1937, giocato peraltro a quel tempo anche nel giorno di Natale, squarciò la nebbia che si era abbattuta su Londra, regalando agli annali del calcio una di quelle storie che hanno quasi dell’incredibile e che fece diventare Sam Bartram, uno dei più grandi portieri del calcio inglese, il protagonista di una singolare vicenda ricordata ancora oggi a quasi 90 anni di distanza. Lo scenario atmosferico di quel giorno, a tratti spettrale, caratterizzò in maniera inverosimile il 25 dicembre di quell’anno, con una nebbia che, cosi fitta, non si vedeva da almeno 30 anni in quel di Londra.

Bandiera indimenticabile del Charlton Athletic, in cui militò per la sua intera carriera lunga 22 anni (1934-1956), il portierone inglese originario di Jarrow, non ebbe un inizio di carriera semplice, anzi, durante un’adolescenza divisa tra i sogni irrealizzati legati al calcio e la miniera in cui lavorava, sembrava che il mondo del pallone non ne voleva sapere del giovane Sam, che in più riprese tentò di proporsi come centrocampista in qualche provino però senza mai esser preso in considerazione.

All’ormai ventenne Bartram però, lo stesso calcio che lo scartò in diverse occasioni (tra cui il provino con il Reading, quella più prestigiosa), lo scoprì all’improvviso ed assolutamente per caso, quando cioè il destino volle dargli un’altra chance e lui, determinato e pronto a tutto, rispose presente. Mentre si preparava ad assistere ad una partita nei sobborghi dov’era nato e cresciuto, un match valevole per una coppa locale, si propose ad una delle due squadre che stavano per scendere in campo, il Boldon Villa, che all’ultimo si era trovata senza portiere. La sua prestazione fu sorprendentemente ottima, tanto da colpire un osservatore del Charlton Athletic presente, Angus Seed, fratello di quel Jimmy Seed tecnico proprio del Charlton da poco più di un anno. Preso!

L’inizio con la maglia degli Addicks non fu semplice, dovuto per lo più a difficoltà figlie di una mancanza di fondamentali evidenti, ma la determinazione ed il talento non mancavano a Bartram, doti che convinsero tecnico e società a continuare a credere in lui, con l’immediato futuro a dargli ragione. Dalla terza divisione in cui il neo-portiere di Jarrow era giunto al The Valley, il Charlton ottenne in soli due anni altrettante promozioni consecutive, arrivando di fatto in massima serie, dove nella sua prima stagione si piazzò al secondo posto subito dietro il Manchester City, ad oggi, ancora il risultato migliore ottenuto in campionato.

La squadra continuava a crescere e, soprattutto, a confermarsi nella massima serie, quando fu solo lo scoppio della seconda guerra mondiale ad interrompere la definitiva ascesa del club londinese. Solo alla ripresa delle attività agonistiche ufficiali, il Charlton riuscì a raggiungere il punto più alto della sua storia sportiva anche grazie allo straordinario operato del suo numero uno, ovvero la conquista della della FA Cup nella stagione 1946-47 (ad oggi ancora l’unico trofeo vinto dalla formazione londinese nei suoi 116 anni dalla fondazione). Il formidabile Sam era ormai apprezzato in tutto il paese per il suo talento così come per la sua capacità essersi reinventato massimo difensore della retroguardia degli Addicks negli anni, ed emblematica fu la sua descrizione del Daily Express: “Bartram è un portiere con uno stile tutto suo. Inventa le parate. Ti aspetti degli errori, ma invece ottieni emozioni”.

E di emozioni il portierone del Charlton ne regalò parecchie, dentro e fuori dal terreno verde, si, perché l’eccentricità e la stravaganza erano doti che sicuramente non mancavano ad un personaggio unico nel suo genere. Indimenticabile il giorno del suo matrimonio, il 23 settembre del 1937, giorno in cui la sua squadra aveva in calendario il match con il Middlesborough. Bartram, che nei suoi 22 anni con la maglia degli Addicks collezionò oltre 600 presenze, non volle rinunciare alla sfida e così, finita la cerimonia, si diresse normalmente allo stadio dove disputò una partita straordinaria che permise ai suoi di vincere per 1-0 e al Daily Mirror di titolare: “Bartram ha impedito, innumerevoli volte, l’unione tra la palla e la rete nel sacro vincolo del matrimonio”.

Fu durante il match del 25 dicembre di quello stesso anno però che venne consacrato a mito assoluto e ricordato nel tempo come l’uomo della nebbia. Per il Boxing Day del 1937 era in programma a Stamford Bridge la sfida tra Chelsea e Charlton ed a caratterizzare quella partita fu senza dubbio la condizione atmosferica in cui si disputò, segnata cioè da una fitta nebbia che in quei giorni avvolse Londra. A causa di una situazione insostenibile a livello di visibilità, l’arbitro decise di sospendere definitivamente il match poco dopo l’inizio della ripresa, ma quello che accadde dopo ebbe dell’incredibile. La foto ricordo di quell’incontro ha come protagonista Bartram a difesa della sua porta e dinanzi a lui, al posto degli avversari, un muro di nebbia che, probabilmente insieme ad un fischio piuttosto debole del direttore di gara e la decisione presa con i due capitani tra il centrocampo e la metà campo avversaria, non permisero al portiere del Charlton di accorgersi dell’accaduto per circa 20 minuti in cui rimase saldamente al suo posto di estremo difensore. Fu l’intervento di un poliziotto che per caso lo vide, urlandogli cosa stesse facendo ancora li, per informarlo poi della sospensione del match avvenuta diverso tempo prima.

Il roccioso portiere degli Addicks, a distanza di anni dichiarò poi nella sua biografia: “Eravamo una delle squadre top, in quel momento, e vidi sempre meno figure intorno a me, dato che attaccavamo costantemente. Camminavo su e giù lungo la linea di porta, felice all’idea che il Chelsea era bloccato nella propria metà campo. I ragazzi stanno martellando i Pensioners, pensai compiaciuto mentre battevo i piedi per riscaldarmi. Ovviamente, però, non stavamo mettendo la palla in rete, dato che nessuno tornava a schierarsi come si fa dopo aver segnato un goal.

Con il passare del tempo feci qualche passo in avanti, fino al limite dell’area, cercando di scrutare qualcosa attraverso la nebbia, che diventava più densa con il passare dei minuti. Non riuscivo a vedere niente: la difesa del Chelsea era chiaramente in difficoltà.”

Dopo un bel po’ di tempo una figura emerse dalla nebbia, stagliandosi verso di me. Era un poliziotto, e mi guardò incredulo: “Cosa diavolo ci fai qui?” ansimò. “La partita è stata sospesa un quarto d’ora fa. Il campo è completamente vuoto.” Quando raggiunsi gli spogliatoi gli altri giocatori del Charlton, già vestiti dei loro abiti civili, ridevano convulsamente.”

Il 18 luglio del 1981, il giorno dopo la sua scomparsa all’età di 67 anni, a causa di un malore mentre rientrava a casa dall’ufficio dove si dilettava come giornalista sportivo, dopo aver allenato senza successo York City e Luton Town, Sam fu definito dal The Observer: “Il miglior portiere che non è mai stato convocato per l’Inghilterra”.

Nel 2005, durante i festeggiamenti per il centenario del Charlton Athletic, Bartram, il “One Man Club” degli Addicks, fu messo definitivamente a difesa del The Valley, omaggiandolo con una statua in bronzo alta quasi tre metri, posta davanti allo stadio del club londinese al quale Sam dedicò tutto il suo straordinario talento per l’intera carriera.

Quando parli del Charlton, una delle prime cose che qualcuno menziona è lui, Sam Bartram”.