Iranian players Mohammad Peiravany (5), Alireza Mansourian (7) and Mohammad Khakpour (4) celebrate after Iran qualified for the 1998 World Cup in France after a 2-2 draw with Australia at the Melbourne Cricket Ground in Melbourne 29 November. A crowd of 85,000 saw the underdogs Iran clinched the tie after being down 0-2 and progress to the final on the away goals ruling after drawing the first leg in Tehran 1-1. AFP PHOTO (Photo by WILLIAM WEST / AFP)

29 novembre 2022, ore 20:00 italiane. Allo stadio Al Thumama di Doha si terrà la sfida di Qatar 2022 tra Iran e Stati Uniti. Una sfida che va al di là dello sport, un confronto tra due nazioni spesso in opposizione tra di loro. E che il manto verde, ancora una volta, tenterà di mantenere unite.

Iran-Stati Uniti: il retroscena

Già, perché il 21 giugno 1998 le due selezioni si erano affrontate, a Francia 1998. Ed era la prima volta che accadeva in un trofeo internazionale, di fronte alle telecamere di miliardi di telespettatori. Una gara conclusasi 2-1 per gli asiatici, che ottengono la prima vittoria in assoluto in una Coppa del Mondo. Grazie alle reti di Estili e Mahdavikia, in risposta al sigillo statunitense di McBride, l’Iran chiude in terza posizione, pur già certo dell’eliminazione. Un’ora e mezzo di gioco che placa gli animi ribollenti di due anime opposte.

Il 1979 è un anno cruciale per la storia dell’Iran. Dal 1941, lo scià Mohammad Reza Pahlavi è in carica, alla guida con autorità dispotica. In seguito all’esilio, il sostenitore della rivoluzione islamica Ruhollah Khomeini rientra in patria e dà il via a una serie di ribellioni pubbliche. Reza Pahlavi, in parole povere, è accusato di essere “l’uomo degli USA“, in quanto promotore di una serie di riforme volte all’apertura dell’Iran. Un’occidentalizzazione vista di cattivo occhio da alcuni uomini di potere. In seguito a un referendum, con uno schiacciante 98,2% dei voti si istituisce un rigido stao di impronta islamica, con l’occupazione dell’ambasciata americana tra il 1979 e il 1981. Cinquantacinque statunitensi sono presi in ostaggio e i due Stati chiudono i rapporti diplomatici.

Nuove tensioni

Nel 2018, come se non bastasse, le tensioni si sono riaccese a causa del ritiro degli States dall’accordo sul nucleare iraniano e sanzioni contro la repubblica islamica. Anche oggi, i due stati si impegnano in importanti battaglie, tra guerra e diritti.

Molte sono le voci di protesta alzate contro l’Iran, contrarie alla feroce dittatura che impone alle donne islamiche di indossare il velo. In opposizione ai principi di uguaglianza che la FIFA promulga da anni, chiedendone addirittura l’esclusione dalla kermesse.

Nel frattempo, gli Stati Uniti sostengono pienamente l’Ucraina nel conflitto contro la Russia di Vladimir Putin, inviando armi e tornando a raggelare i rapporti. Una dimostrazione di come la Guerra Fredda non si sia mai totalmente estinta.

Vogliamo pensare solamente al calcio. Non mi interessano le questioni politiche in relazione agli Stati Uniti. Ci sono argomenti diversi, ma noi cercheremo di passare il turno. Ho sempre detto che disponiamo di un’ottima squadra e e forse riusciremo a qualificarci per gli ottavi“. Queste le parole dell’ex CT Dragan Skocic, rimpiazzato da Carlos Quieroz, ex selezionatore di Colombia ed Egitto, oltre ad avere condotto la Nazionale asiatica dal 2011 al 2019. L’auspicio è che sia solo il campo a parlare, ancora una volta.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.