Amato e odiato, sportivamente parlando, rispettato in campo dagli avversari ed a volte meno dai media, idolatrato dai propri tifosi, punto di riferimento per i propri compagni, questo è Ciro Immobile, capitano della Lazio, di cui ne è anche il bomber più prolifico della storia (al momento con 168 gol), ed attaccante della Nazionale italiana.
Il centravanti biancoceleste non è però “solo” questo, forse è qualcosa di ancora più importante di tutte le cose già elencate, Ciro è un simbolo di un calcio vecchia maniera, se si guarda ai sentimenti, lui è quel tipo di giocatore che riesce a far innamorare le folle, a trascinare i compagni sacrificandosi per loro, a far sognare i bambini di immedesimarsi in lui, e mai come in questo periodo c’è bisogno di ritrovare determinati valori.
Nonostante le innumerevoli doti del talento di Torre Annunziata, la sua specialità è quella che più si addice ad un attaccante, quella cioè di fare gol, e le reti segnate sono da sempre la sua migliore risposta sul campo a tutto quello che proviene anche dal di fuori del terreno verde, senza dimenticarsi anche della sua bontà d’animo extra-campo.
Negli ultimi anni Re Ciro, come viene soprannominato dai tifosi laziali, ha collezionato premi e record personali, riconoscimenti a livello italiano ed europeo (titolo di capocannoniere in Italia per la terza volta nel 2020, capocannoniere dell’Europa League nel 2018 e vincitore della Scarpa d’oro 2020 in Europa) e trofei sia con la Lazio che con la Nazionale, ma nonostante questo non sono mancate critiche nei suoi confronti anche dopo la vittoria italiana nell’ultimo Europeo. Durante la competizione in maglia azzurra, per prenderla ad esempio, Immobile è stato più che determinante ogni volta che è sceso in campo, con la sua voglia di rendersi utile alla squadra infatti, si è messo sempre al servizio dei compagni non solo con i gol ma anche, e forse di più, con situazione tattiche che, pur facendolo sembrare in ombra rispetto ai soliti riflettori da bomber di razza a cui è abituato, sono risultate poi decisive ai fini del risultato finale.
Lo scorso 9 gennaio, nella trasferta di Milano contro l’Inter, il bomber biancoceleste aveva regalato ai suoi il gol del momentaneo pareggio, in un match che ha visto poi però trionfare i padroni di casa per 2-1, ma proprio grazie a quella rete, il capitano della formazione capitolina, è riuscito a raggiungere l’ennesimo record. Oltre a mettere a segno il gol numero 100 su azione in maglia biancoceleste in Serie A infatti, peraltro proprio nel giorno del compleanno della società sportiva più grande d’Europa, la sua Lazio per l’appunto, ha raggiunto un altro risultato molto importante e significativo a livello personale: è riuscito a segnare almeno 15 reti per 6 stagioni di fila (20, 36, 15, 29, 23 e 15 finora nella stagione attuale), impresa riuscita soltanto ad altri due calciatori, prendendo in considerazione i principali campionati d’Europa: Robert Lewandowski e Mohamed Salah.
Ennesimo tassello dunque che va ad inserirsi in quel mosaico che sta continuando ad illustrare la grandezza di un uomo, prima, ed un calciatore, poi, che sta scrivendo pagine di storia del calcio italiano. Un esempio di abnegazione, tenacia, umiltà e talento, nel vero senso della parola. Un ragazzo semplice in grado di realizzare i propri sogni grazie ai suoi sacrifici e all’amore infinito che nutre per questo sport che sta dando ad Immobile tantissime soddisfazioni ma che, nel contempo, dal bomber biancoceleste, ne sta comunque ricevendo altrettante.