Rinofonte: sito ufficiale SSC Napoli

La Coppa Italia chiude il primo round delle semifinali. Ora si invertiranno i campi e, con i risultati ottenuti, sia Inter che Napoli dovranno cercarsi la finale fuori dalle mura domestiche. A dire la verità più l’Inter, reduce dalla sconfitta interna. In Italia sono rare le sorprese che vengono calmierate dalla formula del torneo. Anche questa volta non si è sfuggiti alla regola. In lizza tra le migliori quattro del campionato nazionale e, cosa singolare, tutte con problemi di leadership. Infatti tutte le pretendenti alla vittoria finale hanno avuto problemi, alcuni risolti altri meno, con i rispettivi allenatori. Alla Juventus il giovane Pirlo (aggettivo dovuto all’inesperienza sui legni delle panche) ha dovuto pazientemente sopportare non poche critiche per una squadra dalla carburazione complessa. Abbiamo rivisto su un canale satellitare la storia di Niki Lauda alla Ferrari. Appena ingaggiato provò la vettura rimanendone impressionato perché totalmente sbilanciata. Sembrava non funzionasse niente. In casa bianconera si è assistito alla medesima problematica. La forma scadente di alcuni protagonisti, i continui aggiustamenti a centrocampo, l’immediata lontananza dalla vetta, hanno fatto piovere non poche critiche sulla folta chioma del tecnico. Poi la Juve si è rimessa a fare quello che ha sempre saputo e le quattro vittorie, nelle ultime cinque partite, hanno spinto la squadra in posizione di lancio per il girone di ritorno. La vittoria di martedì ne è la riprova. Sconfitti in campionato, i bianconeri hanno saputo ribaltare il pronostico ipotecando la finale. Sul rigore assegnato però vorremmo esprimerci con serenità, anche per spiegare il titolo del nostro pezzo che è bidedicato. Innanzitutto per quelli che non vestono bianconero non sarà mai rigore, anche perché dopo trenta replay si è capito veramente poco. I tifosi di parte invece ringraziano per la giustizia. E’ questo il gioco delle parti. Noi non ci infiliamo in questioni legate alle leggi della fisica. Inutile ipotizzare che se uno corre e viene tirato per la maglia non può mai cadere in avanti. Qui vogliamo porre una questione diversa, un po’ come successo con il rosso per fallo da” ultimo uomo”. Concetto che si è evoluto nel tempo passando a “chiara occasione da gol”. Mutuando quello che i regolamenti hanno già acclarato, vorremmo decisioni coraggiose su quei rigori non proprio evidenti, assegnati quando i cross, nel caso specifico da San Siro, terminano al casello di Melegnano. Quando i giocatori e le telecamere fanno fatica a vedere dove è andato a finire il pallone, si potrebbe optare per una valutazione diversa. Anche un calcio a due in area, previsto dai regolamenti ma totalmente inapplicato e sconosciuto ai tifosi nati dopo il 1990. Il rigore, in un ristretto numero di casi, potrebbe non essere assegnato per mancanza del corpo del reato. Passiamo a Conte che, con le sue continue esternazioni sulla rosa, la società e quant’altro non se l’è passata meglio del collega. In estate sembrava non dovesse neanche cominciare il ritiro. Poi tutto cambia e con i risultati, anche se qualche volta traballanti si ottiene la serenità per proseguire. Infatti l’Inter sarebbe già prima in classifica se, per l’ennesima volta, non avesse buttato alle ortiche la possibilità di fare bottino pieno ad Udine, contro una squadra ampiamente alla portata per chi vuole ambire al titolo. La gara di Coppa ha però evidenziato un problema peraltro già noto. Quando Lukaku viene inquadrato in tribuna e non in campo iniziano i dolori tanto che Conte, in una delle ultime uscite verbali, se l’è presa con il povero Sanchez che farà anche fatica, ma il cileno non è mai stato un bomber. Di Gasperini si è scritto e letto tutto. Della sua tenacia, del suo credo, i problemi avuti con Gomez, che sicuramente hanno alimentato la tensione negli spogliatoi, risolti da una società presente e intelligente. Via il Papu per permettere a Gasperini di svolgere al meglio un già eccezionale lavoro. L’Atalanta pratica un calcio fantastico con risultati evidenti, anche in campo internazionale. Un dubbio ci assale quando vediamo i calciatori che lasciano la maglia nerazzurra non riuscire mai ad esprimersi singolarmente con la stessa qualità mostrata in gruppo. Chiudiamo con Rino Gattuso. Piovono critiche sul faccione dell’ex campione del mondo. Nessuno riesce a porsi una semplice domanda. Come mai in pochi mesi si sono messi in discussione due tecnici come Ancelotti ed il ragazzo di Corigliano Calabro? Non è che i problemi alberghino in luoghi lontano dalla panchina? Rino è accusato di essere stranamente sostenuto da buona stampa. Ma se questa affermazione è forse condivisibile a livello nazionale, basta leggere i toni degli innumerevoli siti dedicati al Calcio Napoli e annotare le parole dei maggiori giornalisti campani, quelli più seguiti e che fanno opinione per rendersi conto che non è così. Lo 0-0 con di coppa contro i bergamaschi, con un modulo più prudente a centrocampo (fuori i fantasisti e dentro tutti i mediani di copertura), è stato preso come un insulto. A Napoli nessuno si è però chiesto se la rosa è veramente all’altezza per ben figurare in tutte le competizioni o si ha ancora l’illusione di quei campioni (Lavezzi, Cavani, Higuain, Albiol, Hamsik) che non ci sono più.

Alla fine siamo sicuri che Rino Gattuso terminerà presto l’avventura in azzurro ma non sarà cacciato dalla società, bensì dal furor di quel popolo che prima si è rivisto nella voglia di lottare e nel carattere dell’allenatore (dopo aver dichiarato la bollitura di Ancelotti) nella grinta e nella voglia di lottare dell’allenatore, per poi marchiarlo con il classico bollino “oltre la grinta il nulla”.

In pochi hanno capito la mossa di Rino Gattuso per evitare che il Napoli fosse travolto da velocità, tecnica e prestanza fisica. Tutte qualità più favorevoli agli orobici.

Tranne lo stesso Rino e l’incompetente che avete avuto la pazienza di leggere sino in fondo.