“Il gruppo di esperti scientifici del TAS ha stabilito all’unanimità che la RUSADA – agenzia anti doping russa – non è conforme al codice mondiale antidoping – e di conseguenza – […] ha emesso una serie di ordinanze che entrano in vigore il 17 dicembre 2020 per un periodo di due anni“. Con questo comunicato, il Tribunale Arbitrario dello Sport, ha sancito l’estromissione della Russia da tutte le competizioni sportive mondiale fino al 16 dicembre 2022.
Questa sentenza, che ha accorciato da 4 a 2 anni la squalifica imposta dalla Wada (agenzia antidoping mondiale) nel dicembre 2019, priva la Russia di partecipare ai Giochi Olimpici e paralimpici estivi di Tokio 2021, alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 e al Mondiale di calcio Qatar 2022.
Tuttavia, agli atleti russi che potranno dimostrare la loro completa estraneità allo schema antidoping di Stato, sarà permesso partecipare alle varie competizioni in calendario, come neutrali.
La nascita delle accuse sul doping
Il primo a parlare di doping di Stato della Russia è stato il giornalista Hajo Seppelt quando, nel dicembre 2014, pubblica un documentario nel quale viene smascherato un sistema segreto di somministrazione di sostanze dopanti, e di copertura delle stesse, messo in atto da parte delle infrastrutture federali sportive russe.
Nel documentario il giornalista porta le testimonianze di un dipendente della RUSADA, e di sua moglie, Julija Stepanova ai tempi mezzofondista della nazionale russa.
I due coniugi svelano come i funzionari della varie infrastrutture statali, tra il 2011 e il 2015, fornivano, agli atleti consenzienti, sostanze vietate, offrendo loro copertura ai test in cambio di una percentuale sui loro guadagni.
La Wada stima che, in questi quattro anni, più di mille sportivi russi abbiano beneficiato di questo sistema corrotto.
Cosa accadrà adesso?
Si tratta senza dubbio di una sentenza epocale per il mondo dello sport che, a questo punto, costringe il Cio a prendere una posizione netta a riguardo.
Già prima delle Olimpiadi di Rio 2016, allo scoppio dello scandalo, la Wada aveva invitato il Comitato Olimpico Internazionale ad estromettere l’intera delegazione russa dai giochi. Invito che non fu accolto, rimandando alle singole federazioni sportive internazionali la decisione finale in merito.
Ora, preso atto della decisione definitiva del Tas, il Cio, attraverso la pubblicazione di un comunicato stampa, ha fatto sapere che “Valuterà attentamente le conseguenze per le competizioni all’interno del Movimento Olimpico“
La certezza, al netto di clamorosi dietro-front, sta nel fatto che la Russia, inserita nel gruppo H per le qualificazione al mondiale qatariota con la Croazia, non potrà disputare alcun match.