La rinvicita delle Magpies, una frase che può sembrare il titolo di un capolavoro della Disney, Marvel o chissà che film di fantascienza, quando invece rispecchia una realtà più che mai attuale. A 70 anni dal suo ultimo trionfo in una competizione inglese, il Newcastle (“The Magpies”, ovvero “Le Gazze”, come viene da sempre soprannominato il club) riesce nell’impresa di alzare al cielo un trofeo, il tutto nella splendida, quanto unica, cornice di Wembley, davanti ad un avversario che quest’anno è apparso a tratti quasi imbattibile, ma soprattutto tra la gioia sfrenata dei suoi tifosi che hanno potuto finalmente gridare quella parola così a lungo sopita: Campioni!
La finale di Coppa di Lega inglese, dal 2017 nota con il nome di Carabao Cup per motivi di sponsor, è la competizione che interessa tutti e 92 i club affiliati alla Premier League e alla English Football League. Fondata nel 1960 e non prestigiosa come la FA Cup, attualmente conferisce a chi la vince l’accesso alla Uefa Conference League nella stagione successiva.
Per la stagione in corso, la finale di Carabao Cup si è disputata lo scorso 16 marzo a Wembley tra Liverpool e Newcastle. Con un gol a fine primo tempo messo a segno da Burn ed uno ad inizio ripresa da Isak, le Magpies hanno reso vana anche la rete di Chiesa al 94′, utile solo a definire il risultato finale di 1-2. L’ex di Juve e Fiorentina, oltre ad essere andato a segno nel recupero, dopo esser subentrato a Gravenberch al 74′, ha perso anche il suo derby tutto italiano con Tonali, quest’ultimo restato in campo da protagonista per l’intero match.
La vittoria del Newcastle arriva dopo 70 anni dall’ultimo trofeo inglese, ovvero la vittoria nella FA Cup del 1955, ma anche dopo 19 anni, in campo internazionale, da quella Coppa Intertoto del 2006, e 56 anni dopo quella Coppa delle Fiere che, non essendo riconosciuta dalla UEFA, non può essere neanche annoverata come trofeo di rilievo vero e proprio.
70 anni interminabili in cui quasi tre generazioni non sono riuscite ad esultare con e per la propria maglia del cuore. Quei colori, il bianco e nero, che indicano molto più di una semplice squadra di calcio, il Newcastle United è infatti il “One City Club”, l’unica squadra della città per cui si tifa e per la quale si vive. La valvola di sfogo, l’ancora di salvezza, l’orgoglio cittadino, la causa di gioie e dolori, quell’amore che mai svanirà.
A Wembley non c’erano solo giocatori e tifosi ad esultare, c’erano storie con cui si potrebbero scrivere libri o copioni di film, come quella di Dan Burn marcatore del match premiato anche come miglior giocatore, da quando andava a vedere le partite delle Magpies sulle spalle del padre fino al gol a Wembley in finale ed il titolo vinto dopo tutta una vita, o la storia del più grande goleador della storia della Premier League, Alan Shearer, ad esultare in tribuna come un bambino per il suo Newcastle, e tante altre ancora.
La vittoria contro i Reds ha rappresentato il riscatto di un popolo, la conferma di un club che vuole tornare a dire la sua nel calcio inglese e non solo, uscendo da anni di oblio, in cui ha sempre mantenuto però l’orgoglio per la propria identità, con lo stadio pieno anche nelle serie minori e la voglia perenne di rivivere prima o poi emozioni come quelle appena vissute a Wembley.
Foto in copertina da Web – Articolo a cura di Roberto Viarengo – robertoviarengo.ilcalcioquotidiano.it