Nicolò BarellaFonte Immagine: Profilo Twitter ufficiale Fc Internazinale

La partita Real Madrid-Inter del 3 Novembre è stata la n° 50 per Nicolò Barella in maglia nerazzurra. Il centrocampista (protagonista dell’assist di tacco per il gol del momentaneo 1-2 di Lautaro Martínez) è diventato, partita dopo partita, un perno per la squadra e per l’allenatore Antonio Conte che si rivede in lui come giocatore “anche se è più bravo di me“.

Nato a Cagliari il 7 Febbraio 1997, fin da giovanissimo riesce ad imporsi nel settore giovanile della squadra sarda. Da piccolo aveva un sogno, “diventare calciatore”; e ci riesce. Fa il suo esordio in prima squadra a soli 17 anni, contro il Parma in Coppa Italia e qualche mese dopo (sempre con il Parma), il 4 maggio 2015 esordisce in Serie A. Ma è nel 2016, con in panchina Massimo Rastelli che riesce a scalare le gerarchie e diventare un titolare inamovibile; da lì non si è più fermato.

Per anni ha incarnato lo spirito sardo, un simbolo per i sostenitori rossoblù; tanto da diventare il capitano più giovane nella storia del Cagliari. La prima convocazione in nazionale con Ventura, l’esordio con Mancini in panchina e nel 2019 la grande chance…la chiamata dall’Inter. “E’ il club migliore per me e sono felice di essere qui”; si è presentato così il primo giorno di ritiro, dimostrando fin da subito un grande senso di appartenenza sia in campo che fuori.

Regista arretrato, incontrista, trequartista…chi più ne ha più ne metta; non solo qualità fisiche ma anche tanta tecnica e personalità di chi, a 23 anni, non ha paura di essere un leader. Sono 4 i gol e 12 gli assist in nerazzurro, un dato sicuramente migliorabile, ma che giustifica i 45 milioni (bonus compresi) spesi dall’Inter per il suo cartellino. E se i nerazzurri non stanno vivendo un grande momento di forma dal punto di vista dei risultati non c’è da preoccuparsi…se hai un Barella special che ti toglie i problemi.