FiorentinaFonte Immagine: profiloFacebook Fiorentina ufficiale

Anno 1968-1969. La Fiorentina di Bruno Pesaola e Ferrante si accinge a vincere il suo secondo e ultimo, fin qui, Scudetto della sua storia. Tanti i protagonisti di quell’impresa, con la viola capace di rimontare un inizio di stagione a singhiozzo ed il mancato titolo di Campioni d’inverno. Dal leggendario capitano De Sisti, al bomber Mario Maraschi, cannoniere della squadra. Dal mediano Merlo al brasiliano Amarildo, unico straniero in rosa di un calcio di altri tempi. Fino ad arrivare al protagonista della storia, Ugo Ferrante.

Ferrante nasce a Vercelli nel 1945 e si afferma subito alla Fiorentina, dal 1963, come libero, un ruolo oggi sepolto nel calcio della memoria. Prima del passaggio al Vicenza, legherà alla maglia dell’Arno la maggior parte dei suoi successi professionali: una Coppa Italia e una Mitropa Cup, oltre al leggendario titolo italiano di quella annata. In Serie A totalizza 179 presenze con questa squadra, togliendosi anche la soddisfazione di siglare sei reti. Viene introdotto nella Hall of Fame gigliata e viene a mancare nel 2004. Per lui tre presenze anche con la Nazionale, riserva del rivale per lo Scudetto di quell’anno, il Cagliari, Pierluigi Cera.

Per l’epoca, tuttavia, Ferrante rimane nella storia del club per una singola affermazione. A metà stagione, afferma che si taglierà i capelli solo quando la Fiorentina subirà una sconfitta in campionato. Segno di sfida, sta di fatto che da quel momento i suoi compagni non perderanno più. L’episodio clou arriva il 13 aprile 1969, quando la Viola va a giocarsi un importante match point al San Paolo. I tifosi del Napoli presentano uno striscione che più o meno recita così: “Ferrante, Altafini sarà il tuo parrucchiere“. Nulla da fare: la Fiorentina espugna il campo per 1-3. Il cannoniere brasiliano dovrà trovarsi un altro mestiere.

Invitato a una nota trasmissione televisiva, gli viene chiesto di tagliarsi i capelli. Lui, però, si rifiuta categoricamente. Orgoglioso della vittoria di un titolo festeggiato con una giornata di anticipo, proprio contro i rivali di sempre della Juventus. Peccato per la mancata Coppa Rimet, l’ultima della storia, a Messico 1970. Sarebbe stata la ricompensa per una carriera legata quasi esclusivamente a una sola maglia. Alla ricerca di un barbiere poi mai trovato.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.