Superlega

La notte tra il 18 e il 19 aprile 2021 è entrata a pieno diritto nello storia del calcio mondiale: 12 società (tra cui Inter, Milan e Juve) hanno ufficialmente presentato la nascita della Super Lega, una sorta di super campionato composto dalle squadre più forti del mondo.

Il format sarebbe anche intrigante se non fosse che completamente avulso da ogni morale sportiva. Lo sport, che se ne dica, è quanto di più meritocratico esista al mondo, non c’è nessun diritto divino che premi una squadra o un atleta per il nome che porta o per la storia che ha alle spalle.

La nuova competizione azzererebbe tutto questo. 15 delle 20 squadre presenti parteciperanno alla nuova competizione perchè “società fondatrici”, della serie il pallone è mio e decido io.

La prospettiva di poter assistere a più partite di altissimo livello tra i top club europei sarebbe anche allettante, ma il prezzo da pagare quale sarebbe? Il calcio è da sempre Davide contro Golia, il Napoli di Maradona che batte il Milan degli invincibili, il Leicester di Ranieri sul tetto di Inghilterra, l’Atalanta che arriva a due minuti da una semifinale Champions contro ogni pronostico.

Questo è il calcio che amiamo, questo è il calcio che appassiona la gente, quel mix di romanticismo e cruda realtà che solo una partita di calcio sa regalare sarà abolito in un soffio. “Creato dai poveri, rubato dai ricchi“, una frase che riassume a pieno la deriva del calcio moderno.

C’è chi dice no

Chi sono i rivoluzionari del mondo del pallone? Su tutti spiccano due nomi: Florentino Perez e Andrea Agnelli, portavoci delle risposte ultime ad una crisi economica senza precedenti, rispettivamente presidente e vice della nuova competizione.

Dall’altro lato del ring Nasser Al-Khelaïfi e Karl-Heinz Rummenigge, unici due presidenti di top club a criminalizzare (per ora) la creazione della Super Lega.

C’è un piccolo dettaglio che i “padri fondatori” hanno tralasciato in tutto questo trambusto: i pareri della manodopera del pallone, i calciatori.

La Uefa in un comunicato congiunto con la Fifa, oltre a minacciare le società in questione di cause miliardarie (si parla di 60 miliardi per club come risarcimento danni), ha stabilito che “I calciatori che prenderanno parte alla Super Lega saranno estromessi da qualsiasi competizione Uefa e Fifa“. Tradotto, nessun calciatore di queste squadre potrebbe più giocare in Serie A, Premier League o Bundesliga e non potrà rispondere alle convocazioni delle proprie nazionali.

È giunta l’ora che anche i calciatori esprimano i loro pareri a riguardo e non restino all’ombra di decisioni prese dall’alto sulle loro carriere. Immaginate Messi o Ronaldo giocare 18 partite l’anno (il minimo garantito dal format della Super Lega), con la possibilità di concludere la stagione a Gennaio o Febbraio per poi riprenderla ad agosto, più che una rivoluzione sembra un suicidio.

Che il calcio abbia bisogno di seri cambiamenti strutturali è sotto gli occhi di tutti, ma questa non può essere la soluzione giusta.

La guerra dei ricchi è iniziata ma, come sempre, a perderci sarà soltanto la gente del popolo.