Grande ospite d’onore in occasione di Umbria Libri, festival su autori ed editoria nel Cuore Verde d’Italia giunto alla 28esima edizione: Pierluigi Pardo. Il noto commentatore sportivo sabato 29 ottobre si è raccontato ai microfoni della kermesse nel complesso monumentale di San Pietro, a Perugia, ha scambiato due chiacchiere con Angelo Mellone, direttore del festival. Una manifestazione conclusasi il giorno seguente e avrà un seguito alla biblioteca comunale di Terni, dal 2 al 4 dicembre 2022.

Pierluigi Pardo a Umbria Libri, dalle origini al successo

Una bella discussione tra i due protagonisti sul tema “La letteratura del calcio“. Nato nel 1974 e laureatosi in Economia alla Sapienza di Roma, Pardo afferma di essersi avvicinato alla telecronaca nel 1996. In occasione di un Erasmus a Londra, inizia a inviare alcune videocassette con le sue registrazioni e da lì inizia una lunga gavetta. Anni in cui si afferma Febbre a 90°, romanzo e film cult di Nick Hornby, destinato a diventare un fenomeno di costume. Sebbene anche in Italia il pallone sia un grande fatto sociale, si fatica a trovare una pellicola od opera di grande riferimento. Se non con L’allenatore nel pallone, Il presidente del Borgorosso Football Club o la docuserie Sfide, prodotta dalla RAI.

Eppure, come afferma lo stesso Pardo, “Ogni partita è una fiction allo stato puro“, e la telecronaca stessa diviene un genere letterario. Per raccontare le gesta degli “undici giocatori in mutande“, lo stile del commentatore romano è definito epico, capace di accendersi e aumentare l’effetto thrilling nei minuti finali. Una necessità dettata anche dai tempi moderni, in cui ogni spettatore può essere al corrente di tutti i dati e le statistiche della gara in questione.

Squadre letterarie e biografie

Alla domanda su quale squadra sia stata la più letteraria, Pardo risponde con la Lazio del 1974. Uno spogliatoio spaccato in due e il tecnico Tommaso Maestrelli, abile a tenere coese le varie personalità per 90 minuti, vincendo il primo scudetto della storia biancoceleste. Poi, tra i vari ricordi, Pierluigi rievoca la biografia scritta a quattro mani con Antonio Cassano. Uno dei più grandi rimpianti del calcio italiano, che lui stesso riconosce, con la consueta ironia, anche su sé stesso. Ben impressa nella memoria anche l’estate del 1982, passata in vacanza in Calabria, a San Nicola Arcella.

A livello professionale, Russia 2018 rappresenta il momento di maggior soddisfazione. Nonostante la triste assenza dell’Italia, si tratta per lui di un momento di relax e grande successo. Chiusura ad effetto: “Il calcio è sospensione del tempo, la follia è la sua forza“. Il pizzico di follia con cui Pierluigi Pardo sa raccontare i novanta minuti del rettangolo verde.

Di Luca Ripari

Sono Luca Ripari, ho 26 anni e provengo da Perugia. Nel giugno 2019 mi sono laureato in Mediazione Linguistica, in inglese e spagnolo. Ho una grande passione per il calcio, tanto da aver dedicato la mia tesi finale a questo argomento, lo sport interconnesso con società e cultura. Ho iniziato a collaborare con alcune testate e anche la radiocronaca mi appassiona. Mi piace scrivere, raccontare di calcio, viaggiare e leggere.