Michael Liguori, l’esterno che ha conquistato il Campobasso, si è raccontato a Il Calcio Quotidiano: “Momento di fiducia ma resto con i piedi per terra”
Michael Liguori è arrivato al Campobasso, per contribuire all’obiettivo della permanenza in Serie C, in punta di piedi ormai circa otto mesi fa. Il 14 luglio, l’esterno ha infatti firmato il proprio contratto, trasferendosi dalla Recanatese. La sua carriera calcistica, grazie alla presenza fondamentale nella sua vita della figura della madre (anche sua prima allenatrice), è iniziata a tutti gli effetti nel 2017.
E così, dall’Alba Adriatica è passato prima al Pescara U19, poi al Notaresco, al Catania e alla Recanatese, giungendo infine appunto al Campobasso. Partito dalla panchina, ha conquistato man mano la fiducia dei compagni e del mister Mirko Cudini. Tanto da arrivare a ottenere il posto da titolare. Poi la tripletta al Bari e la doppietta in casa contro il Messina. Momenti che difficilmente si dimenticano. A suon di gol e di assist, allora, è cominciato il momento magico di Liguori, che ai microfoni de Il Calcio Quotidiano si è raccontato così.
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#CAMMES 2-0👇 pic.twitter.com/xUFBf99Eh0— S.S. Campobasso Calcio (@sscampobasso) March 15, 2022
A luglio per Michael Liguori è arrivato il Campobasso. Finora 8 gol e 6 assist. In pratica se non segni, fai un assist. Come stai vivendo questo momento?
Si sono 6 gli assist, anche se quello con il Latina non è stato contato ufficialmente, non so perché. In ogni caso, il momento adesso è molto positivo. Per ora comunque va così ma io resto sempre con i piedi per terra. Poi quando stai in fiducia, fai gol e giochi bene arriva tutto molto più facilmente.
Hai dichiarato in precedenza che tua madre è stata anche la tua prima allenatrice: quanto è stata fondamentale la sua presenza e il suo aiuto nella tua carriera?
Mia madre è stata principale perché da quando ero piccolo lei mi ha sempre invogliato a fare questo sport. Quindi, la devo sicuramente ringraziare e le devo tutto. Poi all’età di sette anni ho perso anche mio padre quindi lei mi ha fatto sia da papà che da mamma. Le devo tutto e quello che mi sta accadendo lo dedico soprattutto a lei.
Il gol più bello segnato dal 2017, quando hai iniziato in maniera professionale, fino ad oggi qual è stato secondo te?
Quello segnato al Bari, il primo è stato sicuramente il più bello.
Con il Bari, infatti, soprattutto il primo, è stato un Eurogol: a chi l’hai dedicato?
“Gol fantastico di Liguori”, chi se lo scorda. L’ho dedicato a mio papà, perché dall’alto mi dà sempre la forza di andare avanti. E poi giustamente anche alla mia famiglia che mi sta sempre accanto e ai tifosi che non ci fanno mai mancare il sostegno. Credo sia l’unica tifoseria che in 700 si sono spostati in trasferta a Bari, quindi non è da tutti.
Qual è il tuo obiettivo principale per il futuro?
Spero di fare sempre meglio. Quest’anno sto facendo molto bene e sicuramente le aspettative restano alte, come per tutti i calciatori credo che l’ambizione sia quella di arrivare a palcoscenici sempre superiori. Però resto sempre con i piedi per terra appunto e continuo a fare bene. Poi quello che verrà verrà.
La squadra del cuore in Serie A è il Napoli, che quando puoi vedi anche dal vivo al Maradona. C’è qualcuno a cui ti ispiri tra i giocatori della squadra di Spalletti?
Si, sono malato del Napoli. Matteo Politano mi piace molto come giocatore anche perché forse rispecchia di più le mie caratteristiche: sinistro, brevilineo, rientra, sterza, tira. Però mi ispiro anche molto a Domenico Berardi che è un giocatore che spesso viene catalogato non come un top giocatore, sottovalutato, ma è molto forte e mi ispiro anche a lui. Rispecchiano entrambi molto le mie caratteristiche.
Ma è più bello il tiro a giro di Michael Liguori o quello di Lorenzo Insigne?
Io dico di Liguori (ride, ndr). A parte gli scherzi, Lorenzo Insigne ha un gran piede. Io questi colpi li ho nel repertorio quindi cerco sempre di sfruttarli al meglio. Poi giustamente, paragonato a Insigne, dico aspettiamo un attimo perché l’ha inventato lui il famoso “tiraggiro” quindi è un po’ difficile. In ogni caso si, mi riesce bene e spesso, è una mia dote.