“Le critiche belle mi piacciono, non quelle senza equilibrio”.
Cominciamo così, un Bignami delle dichiarazioni di Pippo Inzaghi fornite alla platea calcistica dai microfoni Dazn. Il Benevento ha appena sbancato Firenze.
L’invocato equilibrio dovrebbe essere insito in tutti. Tifosi, calciatori, dirigenza, stampa. Ma, mentre le assenze da covid-19 tengono in stand-by il tifo, tale qualità fa ancora fatica a primeggiare tra le maestranze. E’ tutta una questione di appeal, ovvero suscitare attrattiva.
Ci sono quelli come Inzaghi che si dannano l’anima, e faticano non tanto a crearsi credibilità, quanto a normalizzare l’affidabilità, e non è la stessa cosa. C’è chi esordisce direttamente col Real Madrid.
Si dice stucchevolmente “quell’allenatore è vincente”. Ma se le squadre allenate sono le top dei rispettivi campionati, “ci piace vincere facile”, come recita un noto slogan. Poi ci sono tutti i Pippo del mondo che, già da novembre, non entreranno in zona Champions o retrocederanno di sicuro. E’ uno strano mondo il calcio visto dall’ottica della scrivania. Dalla parte cioè di quelli che poi dovranno prendere delle decisioni. Più o meno spiacevoli, più o meno azzeccate.
E svariate volte è proprio sugli allenatori che si prendono, trasversalmente, cantonate. Assumere un totem basandosi sui soli trascorsi è un errore. Richiamare un allenatore tre volte è diabolico. Cambiare per frenesia idem.
In Italia è più difficile. Nel Bel Paese la pazienza non è mai entrata in nessun centro sportivo. Si parla di esonero già alla quarta giornata.
E’ una questione di appeal. Resiste chi padroneggia questo sostantivo.
Situazione che si ripete stancamente, senza sorprese o sussulti, anno dopo anno.
Nella stagione 2019-2020, la sublimazione si raggiunge a Brescia. E’ un valzer a quattro. Corini inizia la stagione per poi essere allontanato due volte: alla 12^ ed alla 23^ giornata. Nell’intermezzo, l’ex campione del mondo Grosso, che resiste soltanto tre partite, poi l’uruguaiano Lopez. Ma le rondinelle volano oltre. Nell’attuale campionato viene chiamato, dopo tre anni di inattività, Luigi Del Neri. Il tecnico friulano viene però esonerato dopo appena due turni.
Nuovo allenatore? No. Si riprende da dove si era conclusa la passata stagione, ovvero da Lopez.
E’ una ruota che gira all’incontrario, ma la responsabilità non è una strada a senso unico.
La Roma vola con 17 punti, a -3 dalla vetta. Chiara e fresca la vittoria sul Parma. Eppure è dall’inizio che si mormora della panchina occupata da Fonseca. Nessuno si aspetta o vuole lo scudetto. La Roma è imbattuta dopo aver incontrato Milan e Juve, sconfitta soltanto al “tavolo federale”. Eppure il portoghese, nonostante incarni il tipo cinematografico da bel tenebroso, sente il tepore della graticola.
Kafkiane le situazioni a Firenze e Torino (sponda granata).
A Firenze c’era una voglia matta (ci perdoni Luciano Salce) di salutare Iachini sin dalle prime battute, salita man mano che da Torino si registravano notizie di un accordo tra Juve e Sarri, per ridare al tecnico la libertà di fumare altrove. Con l’arrivo del Benevento, la società avrebbe potuto concedere a Iachini un’altra occasione per riprendere la giusta rotta. Ma la voglia matta, che covava da tempo immemore, ha avuto il sopravvento. Dal cilindro viola del presidente Commisso però non c’è stata la fumata. Spuntato a sorpresa Prandelli. Sia ben chiaro, nella prima esperienza gigliata i numeri del buon Cesare sono stati ottimi. Anche l’esordio alla guida della Nazionale (Europeo 2012) si chiuse con un onorevole secondo posto. Sono stati gli anni successivi a rendere l’oggi più enigmatico.
Fuori al primo turno dei Mondiali 2014. Esonerato dal Galatasaray dopo quattro mesi, poi due anni di inattività. Dimissioni a Valencia dopo 8 partite (con una sola vittoria e 4 sconfitte). Esonero all’Al Nasr nel meno noto campionato arabo. Molto male oggi e pranzo rovinato per i tifosi viola.
Per il Torino il presidente Cairo sceglie Marco Giampaolo. Il tecnico di Bellinzona è baciato dall’appeal. Giampaolo è da sempre ricordato per i 44 punti di Siena. Il gioco dell’Empoli o le tre vittorie consecutive (con la Sampdoria) nel derby di Genova. Ma ha collezionato anche numerosi esoneri e qualche dimissione. L’inizio è beffardo, come il destino. Granata sconfitti a Firenze (1-0) proprio contro l’esonerato Iachini.
Il Toro è oggi penultimo in classifica, con 5 sconfitte in 8 giornate e peggior difesa (20 reti subite).
Anche i più grandi sono stati contestati con la formula dell’esonero. E’ toccato a Trapattoni (Stoccarda 2006), è toccato ad Allegri (Cagliari 2010).
Vita grama quella dell’allenatore, anche per due che di appeal ne hanno da vendere.