Sinisa MihajlovicFonte immagine: profilo Twitter ufficiale Bologna

“Questa malattia è molto coraggiosa per tornare ad affrontare uno come me, io sono qua e se non le è bastata la prima lezione gliene daremo un’altra”.

Non è bastata la sua forza, la sua determinazione, il suo inconfondibile modo di affrontare le situazioni…anche le più complicate. Sinisa Mihajlovic non ce l’ha fatta questa volta. Dopo tre anni di dura lotta (senza mai mollare di un solo centimetro) la malattia ha vinto l’ultima partita della sua vita, la più importante. 

La notizia si è diffusa velocemente nella giornata di ieri. Il mondo del calcio (e non solo) si è fermato all’istante, un colpo troppo forte per passare inosservato. Milioni di cellulari squillano insistentemente, gli addetti ai lavori cercavano conferme in merito augurandosi questa volta di aver fatto un buco nell’acqua. Ma purtroppo, il comunicato stampa della famiglia Mihajlovic ha spento le ultime speranze. 

Da giocatore ha incantato i campi da calcio con le sue incredibili punizioni. Da allenatore ha reso uniche le conferenze stampa pre e post gara. Un guerriero dall’animo buono, sempre pronto a difendere i compagni, i suoi calciatori, prendendosi tutte le responsabilità. Sincero e leale, qualità ormai sconosciute in questo mondo. 

Il coraggio di affrontare le situazioni con il sorriso e andare avanti è l’ultima grande lezione che questo immenso campione ci ha donato.

Non è facile oggi scrivere qualcosa e non risultare banali, il colpo è duro e forte e qualsiasi parola utilizzata sembra quasi inappropriata. Perché tu, Sinisa, verrai ricordato come uomo per i tuoi grandi valori prima che come fantastico campione in campo. Perché questa volta sì, ha vinto la malattia, ma ci hai lasciato il tuo più grande dono: la voglia di vivere!

Ciao Sinisa.