Arnautovic

È l’estate del 2009. E le aspettative sono davvero tantissime. Insomma, non vi è davvero alcun dubbio sul fatto che quando Marko Arnautovic è sbarcato nella Milano nerazzurra in molti hanno pensato all’ennesimo grande talento pronto a conquistare la Serie A e a dimostrare il suo grande valore. D’altronde l’etichetta per lui è davvero di quelle pesanti, difficili e a dir poco ingombranti: l’erede di un certo Zlatan Ibrahimovic. La fisicità e la stazza fanno infatti pensare allo svedese, ma quanto accaduto poi non ha certo confermato tutte queste belle premesse.

Acquistato dal Twente, l’austriaco, classe 1989, fin dal primo periodo all’Inter sembra non riuscire a mettersi in mostra. Molto è legato a una frattura da stress al piede destro, che ne condiziona il suo rendimento nei primissimi mesi. Va detto che sulla panchina dei meneghini c’è José Mourinho, uno che di certo di grandi giocatori ne capisce. In realtà in molti fin da subito si sono chiesti quanto in realtà la società abbia davvero puntato sul giocatore. Il motivo? La formula dell’acquisto, ossia un prestito con un diritto di riscatto legato al numero di presenze. Dunque molto probabilmente la convinzione non è mai stata così tanta, forse per le sue condizioni fisiche precarie. Eppure c’è un qualcosa per cui il buon Marko si fa notare, ma non riguarda il campo.

Il ragazzo infatti colpisce per i suoi atteggiamenti bizzarri e un po’ fuori dagli schemi. Di certo per lui non può esser stato facile trasferirsi da una piccola cittadina dei Paesi Bassi a Milano, caratterizzato dalle sue tentazioni e dal suo lusso. A sottolinearlo, senza troppi giri di parole, è lo stesso Mourinho: “Marko è geniale. Dopo tanti ritardi si è presentato all’allenamento con addirittura cinque ore d’anticipo...“. Peccato però che l’allenamento fosse al pomeriggio e non di mattina. Insomma, Arnautovic troppo spesso è distratto dalla movida milanese. Non a caso è capitato che alle riunioni tecniche si sia presentato con le ciabatte dell’albergo. Ed è probabilmente per questo che molto spesso viene visto dai suoi compagni come una sorta di umorista in grado di portare serenità e spensieratezza. Vedere il suo ruolo di animatore durante i festeggiamenti del Triplete per capire.

Ovviamente, visto il suo scarso rendimento, non viene riscattato dall’Inter. Finisce al Werder Brema, dove riesce a segnare qualche gol, tra cui uno all’Inter nella fase a gironi della Champions. Un’occasione per levarsi anche qualche sassolino dalle scarpe: “Il Werder è una squadra vera, non come l’Inter, dove ognuno faceva quel che voleva”. Parole che descrivono il personaggio. La sua carriera? Ara Arnautovic percepisce uno stipendio da nababbo allo Shanghai SIPG. E chissà se i fasti della movida milanese sono tornati in auge. Tra ciabatte e umorismo.