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Campobasso Calcio, ora che si fa? Addio Lega Pro, Serie D in bilico

Il Campobasso Calcio, in seguito al sogno della Serie C riconquistata dopo 32 anni e alla permanenza voluta e ottenuta, si è ritrovato in un incubo. Una domanda perciò sorge spontanea: ora che si fa?

Tempi difficili per il Campobasso Calcio che, dopo aver raggiunto il sogno della conquista della Serie C da cui era stato lontano per ben 32 anni, ora si è ritrovato escluso dal calcio professionistico. Con il futuro più incerto che mai, dal momento che anche la ripartenza dalla Serie D appare complicata. Duro colpo quindi per i tifosi rossoblù, che solamente un anno fa in questo momento assistevano alla rinascita di una squadra. E all’ottenimento del posto in Serie C tanto agognato. Restare nella categoria era un imperativo e, sul campo, i giocatori hanno fatto del loro meglio affinché l’obiettivo venisse raggiunto. Impegno testimoniato anche da IlCalcioQuotidiano, che in tante occasioni ha avuto la possibilità di seguire la squadra. La felicità alle stelle è stata, però, poi interrotta in un caldo tardo pomeriggio di  questa estate che sta tramontando.

I tifosi, dopo aver adempito con prontezza alla campagna abbonamenti per la stagione 2022/23, con la consapevolezza dell’esistenza di un solido progetto alla base del club, hanno così visto arrivare una doccia fredda inaspettata. Perché nessun rossoblù si sarebbe aspettato quello che poi è effettivamente accaduto. Forti della certezza di un indice di liquidità in regola. Così come delle parole della società che, prontamente, si è mostrata forte delle proprie carte sul tavolo. Anche dopo l’esclusione decisa dal CovisoC per il mancato pagamento, nei termini stabiliti, di circa 60mila euro in Iva all’Agenzia delle Entrate.

Motivazioni dell’esclusione e sogno infranto di una Lega Pro a 61 squadre: Campobasso fuori dai giochi

Questa è stata infatti la motivazione che ha continuato ad essere più forte di tutti i ricorsi presentati. Prima alla FIGC e poi al Tar del Lazio. La mancata iscrizione alla Lega Pro, così come riportato in ogni bocciatura, è perciò dipesa dal mancato adempimento: “All’obbligo di pagamento dei risalenti debiti fiscali di: IVA del secondo trimestre dell’anno 2021“. E ancora: “IVA risultante del terzo trimestre del periodo d’imposta anno 2020. IVA risultante del secondo trimestre del periodo d’imposta anno 2019″. Pagamenti non saldati entro il termine perentorio del 22 giugno 2022. Non c’è stato nulla da fare e neppure la sospensiva con l’ipotesi di una Serie C a 61 squadre ha salvato il Campobasso.

L’ennesimo ricorso, accolto dal Consiglio di Stato, ha così fatto guadagnare tempo alla società ma è risultato essere un ennesimo buco nell’acqua. Con i tifosi ancora una volta aggrappati a una speranza che poi è risultata, nuovamente, effimera. I giocatori sono stati svincolati dalla FIGC e hanno così trovato man mano nuove collocazioni, con la consapevolezza che una storia come quella rossoblù non sarebbe dovuta finire in questo modo.

E ora? Che ne sarà del futuro del Campobasso Calcio? 

Il presidente della società, Mario Gesuè, solamente qualche giorno dopo il terremoto che ha colpito il Campobasso, aveva parlato così ai microfoni de LaCasaDiC: “Ci siamo ritrovati fuori nel bel mezzo di un progetto invidiato da tutti e sul quale avevamo investito tanto, non solo in termini economici. Il Campobasso era tornato in Serie C dopo 32 anni di assenza adottando la politica di un calcio sostenibile. Avevamo allestito una squadra giovane e valida. Lo stadio Nuovo Romagnoli ha accolto un pubblico caloroso proveniente da ogni angolo del Molise“.“Siamo stati esclusi dalla Serie C – aveva poi aggiungo Gesué – per tre avvisi bonari, ancora non trasformati in cartella esattoriale, relativi ad Iva di quando militavamo tra i dilettanti e, peraltro, in piena pandemia. Come si può far morire un club in piena salute per una contestazione non certa che ammonta a poco più di 60mila euro?“.

Tuttavia, ad oggi, preso atto di tutto quanto avvenuto, i tifosi si pongono solamente una domanda: cosa ne sarà di una società che, calcisticamente, era appena rinata? Perché da un lato ci sono personalità, come quella di Claudio Lotito, che promettono di voler fare qualcosa per questa realtà. Il numero uno della Lazio solamente due giorni fa, infatti, nel capoluogo molisano dichiarava: “Voglio risarcire il CampobassoVoglio che torni nel calcio professionistico anche rimettendoci io stesso. Oggi la Lazio deve ridare qualche cosa al Campobasso, dopo averlo rimandato in C tempo fa. E io sono a disposizione per darlo. Al di là della giustizia sportiva dobbiamo risolvere il problema del Campobasso“. Ma dall’altro, al momento, appare complicata anche la possibilità di un’iscrizione della squadra alla Serie D.

Il Campobasso attende, ancora, ma anche la Serie D appare un’ipotesi complicata 

Inizia un’altra lotta, quindi, per il Campobasso Calcio. Con una corsa contro il tempo non indifferente. La società ha fatto richiesta alla FIGC di poter ripartire almeno dalla Serie D. La prima risposta? No, impossibile. Eppure, neanche questa volta, Mario Gesuè e la società vogliono darsi per vinti. Dopo la prima esclusione alla categoria, il club ha perciò presentato il proprio ricorso al Tar del Lazio. La risposta, per l’ipotesi di una Serie D in sovrannumero, arriverà tra pochi giorni. Per l’esattezza il 7 settembre. La piazza attende, senza sbilanciarsi, perché un ulteriore sbarramento sarebbe l’ennesimo colpo di grazia. La fiducia resta, ma la diffidenza adesso ha della sua delle motivazioni concrete. Non resta che attendere, dunque, ancora una volta.