Chi è nato negli anni ’80 non potrà non ricordare la storica immagine del palo del Romeo Menti. “90′ minuto” era la trasmissione sportiva per eccellenza, le partite della domenica venivano riassunte nel programma Rai condotto in quegli anni da Giampiero Galeazzi. Il ricordo di quel periodo può essere riassunto nelle immagini provenienti da Vicenza, dove un palo di sostegno della copertura andava puntualmente ad impattare nelle immagini tv, creando un difetto visivo che divenne il segno riconoscitivo delle partite vicentine.
Nel 1994 l’ex Lanerossi ingaggia per la propria panchina, al posto di Renzo Ulivieri, l’emergente Francesco Guidolin, tecnico che fino a quel momento non ha però brillato in serie A. In Veneto, assieme a lui, arrivano Otero, Bjorklund e Mendez. Soprattutto il primo, attaccante uruguaiano, diventerà uno dei simboli di quella squadra.
La stagione 1996/97 è la prima di un bienno meraviglioso. Il campionato vedrà gli uomini di Guidolin centrare un dignitosissimo ottavo posto. Ma è in Coppa Italia che il Vicenza si fa ammirare da tutta la nazione. Eliminate Lucchese e Genoa, nei quarti di finale arriva il Milan di Roberto Baggio. Proprio il Divin Codino e Ambrosetti si spartiscono la posta nel primo atto di S.Siro. Il ritorno non è facile per i biancorossi ma grazie ad una prestazione di gran carattere riescono a strappare uno 0-0 che vale la qualificazione in semifinale. A contendersi un posto in finale ci sarà proprio il Bologna di Renzo Ulivieri, vecchio ex allenatore vicentino. Questa volta basta Murgita a far impazzire di gioia i tifosi che, dopo tantissimi anni di anonimato, possono finalmente vedere la propria squadra giocarsi un trofeo nazionale.
In finale ecco il Napoli. L’andata si disputa in un gremitissimo S.Paolo, con Pecchia che regala la vittoria del primo atto agli azzurri. A Vicenza la sfida viene subito rimessa in parità, con Maini che segna l’1-0 biancorosso. Si arriva ai supplementari. Minuto 118. Calcio di punizione di Beghetto, Taglialatela non trattiene e Maurizio Rossi, da bomber d’area, insacca per il 2-0. Il Napoli si butta in avanti e prova a segnare quel gol che gli varrebbe la vittoria del trofeo ma proprio negli istanti finali è Iannuzzi a segnare il 3-0, con la Coppa Italia che per la prima volta nella storia arriva nella città veneta.
In quegli anni la vincitrice della coppa nazionale andava a disputare la Coppa delle Coppe, competizione UEFA tra le più nostalgiche, oggi non più esistente. Durante il calciomercato salutano Vicenza Murgita e Maini, mentre arrivano Pasquale Luiso, Roberto Baronio e Francesco Coco. Con loro a dare una mano anche i giovani Ambrosini e Zauli.
La Coppa delle Coppe porta via diverse energie in campionato ma il cammino europeo è a dir poco fantastico. Ai sedicesimi arriva il Legia Varsavia, con i ragazzi di Guidolin che liquidano la pratica con il 2-0 del Romeo Menti ed il pareggio per 1-1 in trasferta. Negli ottavi di finale ecco lo Shakthar Donetsk. Fortunatamente non è lo Shathar che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, ma una squadra abbastanza modesta che inizia ad affacciarsi nelle competizioni europee. La compagine italiana non ha problemi è già all’andata in trasferta ipoteca il passaggio del turno. Si arriva ai quarti di finale, con l’urna che tira fuori gli olandesi del Roda. Tutto facile per il Vicenza che vince 4-1 fuori casa e 5-0 al Menti.
Ecco le semifinali. Stavolta la dea bendata non sorride alla banda-Guidolin, con il Chelsea di Vialli e Zola a contendere la finale. La prima in casa è l’apoteosi. Lamberto Zauli estrae il coniglio dal cilindro con una magia è regala ai suoi una storica vittoria. Tutto si deciderà in Inghilterra, il 16 aprile 1998. Stamford Bridge. A Londra piove, come spesso accade, ma un raggio di sole arriva dopo pochi minuti con Pasquale Luiso che porta in vantaggio gli ospiti e zittisce lo stadio. I tifosi italiani cominciano a sognare ma dopo pochi istanti è Poyet a spegnere l’entusiasmo riportando il risultato in parità. Il Vicenza non molla e poco più tardi arriva anche il secondo gol del “Toro di Sora” Luiso ma l’arbitro, quasi inspiegabilmente, annulla la marcatura. I presagi non sono dei migliori e vengono confermati più tardi dai gol di Zola e Hughes che siglano il 3-1 per i Blues e spengono il sogno vicentino. Saranno proprio i londinesi, nella finale di Stoccolma, ad alzare al cielo la coppa. Il Vicenza torna in Italia fra gli applausi dei propri sostenitori e di tutti i tifosi italiani.
Oggi il palo del Romeo Menti non esiste più. Venne rimosso all’inizio del nuovo millennio e con lui finirono nel libro dei ricordi le gesta di quella squadra che, tra il 1996 ed il 1998, ebbe la simpatia e il sostegno dell’Italia intera.