Se noi appassionati di calcio dovessimo stilare la classifica dei momenti più iconici degli anni 90 il primo gradino del podio sarebbe senz’altro occupato dalla gigantografia di Totò Schillaci. O forse solo dai suoi occhi.
In questi giorni si è parlato tanto del suo sguardo. Quello delle sue esultanze che hanno unito in modo indissolubile un Paese. Quello di quelle notti magiche. Occhi spiritati, scrivono. Ovvero forsennati, invasati oppure vivaci, pieni di vita. Ecco, pieni di vita. Meravigliati.
Io li ricordo bene quegli occhi meravigliati di Totò Schillaci. Non avevo nemmeno 7 anni, mio padre girava l’Italia con i suoi colleghi e io già curiosa volevo capire chi fosse l’oggetto di tutti quei viaggi. E così, piazzata davanti al televisore, l’ho visto. Da quel giorno, a soli sette anni, avevo già compreso che le bambole avrebbero lasciato irrimediabilmente posto al pallone.
A 7 anni non ti innamori del giocatore più forte, ma di quello che la telecamera riprende più spesso, che te lo rende familiare. Le mie notti magiche sono state così intervallate da gol, occhioni sgranati, braccia alzate al cielo, e anche souvenir di Italia 90.
Nonostante il trascorrere del tempo quegli occhi meravigliati di Totò non li ho mai dimenticati. Hanno sempre fatto parte di quel bagaglio di ricordi che ho portato via con me.
Dandone, una volta assunta una maggiore consapevolezza, una nuova lettura.
Gli occhi meravigliati di Totò Schillaci hanno rappresentato tutto lo stupore di un uomo che dal basso è arrivato fino alla vetta. Sono gli occhi di chi guarda al proprio passato e non crede… ai suoi occhi!
Parlano di riscatto, sacrifici e passione.
Negli anni ho, abbiamo, imparato a conoscere anche il Totò uomo. L’isola dei Famosi e Pechino Express ci hanno mostrato una persona umile, buona, fedele ai suoi valori e alle sue idee.
Anche ironico, simpatico, divertente. E ancora, sempre, meravigliato.
Toto Schillaci era come quell’amico che non senti mai ma che sai che c’è. In un mondo di lupi come quello che è diventato il calcio di oggi, la sua era una presenza rassicurante.
Il calciatore della porta accanto.
Nel caos di uno sport diventato industria bastavare rivolgere uno sguardo al passato per risollevarsi.
Chi ci risolleverà adesso Totò da tutto questo?
Mancherai tanto sai a questo brutto mondo del pallone.
Mancherà saperti lì, come quell’amico che non senti mai, ma che sai che c’è.
Caro Totò forse non sai che da quelle notti magiche sono nati nuovi calciatori, nuovi tifosi ma anche nuovi giornalisti sportivi. Senza i tuoi occhi meravigliati chissà quale curva avrebbe preso la strada di molti di noi.
Noi che ora abbiamo dovuto frenare di colpo. Qualcuno forse avrà anche tamponato. Non eravamo pronti a questo Totò. Con te è andata via una bella fetta di ricordi e un pezzo di cuore. Abbiane cura da lì e goditi ora tutto il nostro affetto. Senza lasciare mai i tuoi occhi meravigliati.