Il legame forte tra il Regno Unito e Claudio Ranieri è ormai un fatto assodato e difatti ogni volta che la Premier ha chiamato, l’allenatore romano ha sempre risposto “Presente!”. Stavolta è stato il Watford ad avvalersi dell’esperienza dell’allenatore nostrano, con la dirigenza degli Hornets, convinta che il buon Claudio possa risollevare le sorti di una stagione iniziata non al meglio per la formazione giallonera dell’Hertfordshire.
L’avventura d’oltremanica di “Sir” Claudio però è iniziata più di vent’anni fa, nel 2000, quando cioè fu chiamato a dirigere il Chelsea nell’era precedente a quella del primo Mourinho. Sicuramente non fu un’esperienza facile quella con i Blues, complici differenti fattori tra cui un calcio diverso, i problemi di lingua e quella scintilla che forse non scoccò mai in maniera decisiva con la dirigenza londinese che decise di sollevarlo dal suo incarico, poi, nel 2004. Due sesti posti in campionato, un quarto con relativa qualificazione Champions e raggiungimento della semifinale della stessa coppa l’anno successivo, ed un secondo posto in Premiere nella sua ultima stagione, non sono bastati per la sua conferma sulla panchina inglese anzi, hanno fatto in modo che i media inglesi non lo vedessero di buon occhio, tanto da attribuirgli il soprannome di “Tinkerman” (o Tinkerer), proprio per indicare il suo essere indeciso, tremolante fino ad arrivare, in alcuni casi, a dargli anche del vecchio o del bollito.
Undici anni più tardi, nel 2015, dopo aver girovagato tra le panchine di Spagna (Valencia), Italia (Parma, Juventus, Roma e Inter), Francia (Monaco) e Grecia (Nazionale) e ad aver raccolto un totale di 5 esoneri più le dimissioni date alla sua Roma, decide di tornare in Inghilterra per affrontare una nuova sfida, quella di guidare il Leicester, solo da un anno nella massima serie inglese, ad una salvezza tranquilla.
Lo scetticismo che accoglie Ranieri al suo ritorno in Inghilterra è parecchio, tanto che i bookmaker lo danno come favorito ad essere tra i primi allenatori esonerati nella stagione che ancora deve iniziare, completamente ignari in realtà del miracolo sportivo a cui avrebbero assistito da li a breve.
Le Foxes guidate da Sir Claudio si trasformano letteralmente in una macchina da guerra tra lo stupore di tutti. La stagione 2015-16 del Leicester è stato spesso paragonata ad un vero e proprio miracolo sportivo, se non alla più grande impresa di sempre: 23 vittorie, 12 pareggi e soltanto 3 sconfitte. Tutto ha dell’incredibile e quella cavalcata verso la vittoria del titolo inglese sembra per filo e per segno la trama di un bellissimo film (che sicuramente qualcuno prima o poi girerà), con la storia della piccola squadra di provincia che realizza l’impossibile, così come alcuni giocatori, che qualche anno prima lavoravano in fabbrica, riescono a raggiungere la Nazionale, o la rivincita assoluta di un allenatore verso chi lo ha deriso, rifiutato ed insultato come uomo innanzitutto, oltre che sul campo. Il Leicester di Ranieri si laurea Campione d’Inghilterra tra l’incredulità di tutti e lo fa, come detto, in maniera romanzata, tra pizze e birre offerte alla squadra da parte del mister, sogni di gloria, senso di rivalsa ed una professionalità unica che ha contribuito a tramutare in realtà il sogno più grande.
La stagione seguente è di tutt’altra levatura e l’unica soddisfazione del tecnico romano è quella di poter accompagnare con orgoglio la sua squadra nei palcoscenici della Champions. Le Foxes non brillano e vedendo una squadra senza più stimoli, la società solleverà dal suo incarico il tecnico a fine anno.
Dopo una piccola parentesi in Francia con il Nantes, Ranieri riveste i panni del “Sir” e vola di nuovo al servizio della Regina, ancora a Londra ma stavolta sponda Fulham. Chiamato a risolvere una situazione già compromessa in partenza, quest’esperienza parte bene ma nel proseguo purtroppo non porta i frutti sperati ed a seguito di una sconfitta in FA Cup contro l’Oldham (squadra di quarta divisione inglese) il rapporto con la dirigenza s’incrina definitivamente, anche perché quella sconfitta brucia ancor più per il fatto che sulla panchina avversaria sedesse Pete Wild, un semplice, seppur accanito, tifoso senza alcuna esperienza precedente, assunto per sopperire all’assenza prolungata di un vero allenatore. Un mese più tardi, la situazione non migliora e Ranieri viene definitivamente sollevato dall’incarico.
Nel 2019, dopo essere tornato alla Roma per trainarla fino a fine campionato a seguito dell’esonero di Di Francesco, si trasferisce alla Samp per i due anni successivi, compiendo un’altra impresa nella prima stagione, facendo cioè salvare i blucerchiati con quattro giornate d’anticipo dopo averli presi ultimi in classifica. In Liguria, dopo la vittoria nel derby contro il Genoa, diventa il primo allenatore a giocare e vincere tutte le stracittadine (Torino, Roma, Milano e Genova) del campionato italiano.
Ottobre 2021: come detto in precedenza, quando la Regina chiama, Sir Claudio risponde “Presente!”, ed eccoci qui, di fatto, alla quarta esperienza d’oltremanica, al Watford, dove farà del suo meglio per raddrizzare una stagione partita male o magari chissà cos’altro. L’unica certezza è che già nella conferenza stampa di presentazione è stato chiaro a ribadire il Ranieri-pensiero, peraltro facendolo con la sua classica umoristica signorilità che in Inghilterra lo ha spesso contraddistinto: “A volte vai in alto, a volte cadi in basso. Ma io non mi arrendo mai. Continuo la mia strada, ho un carattere forte. Sono così giovane e voglio continuare… Perché state ridendo?”.