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Mitropa Cup

TITOLO: La coppa dimenticata. Storia della Mitropa Cup la madre della Coppa Campioni 1927-1940

AUTORI: Jo Araf

EDITORE: Urbone Publishing

ANNO PUBBLICAZIONE: 2021

PREZZO : 15 euro

PAGINE : 335

Gli anni tra le due guerre hanno rappresentato per l’intero movimento calcistico internazionale un netto salto di qualità. Non solo si sono disputate le prime edizioni della Coppa del Mondo ma, a partire dal 1927, il calendario degli impegni sportivi per nazionali e club si è infittito notevolmente: è nata la Coppa Internazionale, una versione ante litteram degli odierni campionati europei, e lo stesso giorno è stata fondata una competizione progenitrice dell’odierna Coppa Campioni, ovvero la Coppa dell’Europa Centrale (la Mitropa Cup), un affair riservato alle migliori formazioni del Vecchio Continente. Si trattava di squadre che per diverse ragioni sono oggi scivolate nell’oblio del calcio che conta ma che al tempo calamitavano l’interesse e l’entusiasmo delle folle europee le quali, per la prima volta, avevano la possibilità di vedere i propri beniamini duellare contro i principali club e calciatori esteri, campioni figli di un mondo che oggi, almeno a livello calcistico, non esiste più: quello della Mitteleuropa.

È trascorso oramai quasi un secolo dall’epoca in cui i paesi della Mitteleuropa dominavano il calcio ai più alti livelli. In questo lasso di tempo è cambiato quasi tutto: i moduli di gioco, i sistemi di allenamento e, forse e soprattutto, l’indotto che circonda il mondo del pallone. L’idea del calcio come business, tuttavia, ha origini lontane, origini che rimandano agli anni in cui le prime stelle del firmamento calcistico europeo si affermavano sui rettangoli verdi più celebri del continente. Ogni epoca, da quella pre-televisiva a quella odierna passando per quella delle immagini in bianco e nero, è stata ricca di squadre e campioni che hanno lasciato un segno indelebile sullo sport più popolare al mondo.

Se negli anni successivi alla Grande Guerra la fama dei migliori calciatori europei era un fenomeno prettamente cittadino, negli anni seguenti, in virtù di uno scenario totalmente ridisegnato, divenne trasversale ed iniziò ad estendersi in un’ottica prima nazionale e poi internazionale. Diventava quasi automatico associare il volto di un calciatore a quello di un paese: Meazza all’Italia, Sindelar all’Austria e Sárosi all’Ungheria. Si trattava dei massimi esponenti di uno sport fortemente contaminato dalle vicissitudini politiche e diplomatiche del tempo, un palcoscenico che metteva di fronte protagonisti che, direttamente o indirettamente, avevano subito le conseguenze di un conflitto le cui ferite rimanevano vive. Per questa ragione momenti di assoluto fair play si alternavano a fasi decisamente più convulse figlie dell’instabilità politica che aleggiava sul continente e che, immancabilmente, si rifletteva sul terreno di gioco.

L’autore del libro è Jo Araf, nato il 17 dicembre del 1985 a Milano. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze della Comunicazione presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha ottenuto un Master in Marketing in Australia, presso la Griffith University di Brisbane. Da anni si occupa di servizi linguistici ed ha fondato l’agenzia di traduzioni Lingua Valley, con sede a Milano. E’ già autore del libro “Generazione Wunderteam”.