JuventusFonte immagine: Profilo Instagram championsleague

La  Juventus dell’Allegri-bis è sprofondata, colpita ed affondata dai siluri del sottomarino giallo del Villareal che, impietosamente, nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League, ne ha evidenziato e sottolineato tutte le falle uscendo dallo Stadium con un secco 0-3 portando a casa, in terra spagnola, il pass per i quarti di finali del più prestigioso torneo continentale.

Una mancata qualificazione che, oltre al punto di vista meramente sportivo, avrà ripercussioni sul club torinese anche dal punto di vista finanziario con il mancato introito derivante dal passaggio del turno che, sommato anche agli investimenti fatti nel mercato invernale con gli arrivi di Vlahovic e Zakaria, porterà il bilancio societario a rischiare di chiudere con un passivo di circa 200 milioni.

Per il terzo anno consecutivo, dopo l’eliminazione del 2020 con Sarri in panchina per mano del Lione e quella della passata stagione con Pirlo contro il Porto, la Juventus non è riuscita a raggiungere i quarti di finale, che, ormai mancano dal 2019 quando, nel primo anno di CR7 in bianconero, dopo l’impresa in rimonta contro l’Atletico Madrid, fu l’Ajax a mandare in frantumi i sogni di gloria della società torinese.

La stagione, ad oggi, è fallimentare, inutile nascondersi dietro ad alibi, praticamente fuori dal discorso tricolore sin da Ottobre, la Juventus era obbligata e centrare almeno i quarti di finale di Champions e a conquistare la finale di Coppa Italia.

E’ vero, nelle ultime giornate di campionato, la Juve è la migliore per rendimento e si è avvicinata notevolmente a chi la precede in classifica alimentando, nuovamente, qualche “sogno tricolore”, ma è altrattanto vero che il gioco latita, che le partite, spesso, anche con le cosiddette “piccole”, vengono vinte a fatica e che contro qualsiasi avversario la squadra di mister Allegri difficilmente riesce ad ammazzare il match ed a mettere al sicuro il risultato.

E’ovvio che tra i principali responsabili di questa infausta stagione sia finito proprio il Mister, da tanti visto come una sorta di salvatore dopo le stagioni precedenti con alla guida Sarri (criticato da subito ed a nostro avviso ingiustamente nonostante sia poi riuscito a portare a casa il tricolore) e Pirlo (da molti visto e ritentuo acerbo e non all’altezza di una panchina come quella bianconera) e che invece, partita dopo partita, è finito sulla graticola per non essere mai riuscito a dare quel valore aggiunto che da un allenatore di esperienza come Allegri, tra l’altro già conoscitore dello spogliatoio e del clima della Continassa, ci si aspettava.

I tanti troppi infortuni di uomini chiave per il gioco juventino, Chiesa su tutti, hanno fatto il resto, portando la Juve a dover lottare per conquistare persino il quarto posto in campionato, utile per la qualificazione in Champions, che fino a qualche mese fa sembrava davvero difficile da raggiungere.

Se non si riuscisse a ottenere il pass per la Finale di Coppa Italia, dove si parte dal 1-0 maturato al Franchi nella partita d’andata, contro la Fiorentina e non si riuscisse a rientrare prepotentemente in corsa scudetto o almeno conquistare un posto sul “podio” dell’attuale campionato, la stagione, lo ripetiamo, sin qui fallimentare, diverrebbe disastrosa e potrebbe portare ripercussioni sia nello spogliatoio che a livello societario.

La Juventus è nata per vincere, o almeno per provare a farlo, ha la vittoria nel suo dna e vederla arrancare in campionato, essere eliminata da un modesto Villareal (ad oggi settimo in Liga) è sorprendente e preoccupante per i suoi tifosi e, più in generale, per tutto il movimento calcistico italiano.

Cambiare nuovamente, per il quarto anno consecutivo, l’allenatore vorrebbe dire partire nuovamente da zero in estate per di più in una stagione particolare come la prossima con i Mondiali in Qatar che si terranno tra Novembre e Dicembre, ma è pur vero che lo stipendio che porta a casa Allegri (9mln l’anno) impone di raggiungere ben altri tipi di risultati sportivi.

“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta!” è dal motto di Giampiero Boniperti che dovrà ripartire la Juve che verrà.