Il 15 settembre del 2020 la Lazio ha acquistato Vedat Muriqi dal Fenerbahce. Un calciatore che era diventato una sorta di idolo dei tifosi gialloblù e che nel corso degli anni si era fatto particolarmente valere nel campionato turco. Il suo arrivo nella capitale venne accolto dall’entusiasmo generale della tifoseria biancoceleste.
I sostenitori laziali sono fatti così, da sempre, ma l’approdo del “pirata” in quel di Formello fece anche sorgere diversi dubbi, soprattutto in merito all’eventuale adattamento dell’attaccante kosovaro in un campionato difficile come quello italiano e considerando l’ingente investimento della società capitolina, uno dei più costosi dell’era Lotito.
Iniziò così l’avventura di Vedat alla Lazio, tra la positività al covid, i brutti presentimenti e le grandi aspettative della tifoseria. L’attaccante ha esordito con la casacca con l’aquila sul petto il 17 ottobre del 2020 contro la Sampdoria di Claudio Ranieri, in una partita che la sua squadra biancoceleste perse malamente per 3-0. Solo tre giorni più tardi ecco arrivare anche l’esordìo in Champions League, in occasione della vittoria contro il Borussia Dortmund, ma i suoi primi, e finora unici, due goal con la squadra capitolina arrivano invece, entrambi, a fine gennaio 2021, ed entrambi contro l’Atalanta (la prima, il 27, in Coppa Italia, la seconda, il 31, in campionato).
Nonostante le grandi attese riposte in lui, il calciatore sembra quindi non essere riuscito ad ambientarsi e le sue prestazioni, non all’altezza, sono diventate anche, con il trascorrere dei mesi, motivo di scherno (se non di polemica, nei suoi confronti e nei confronti della dirigenza laziale, rea di averlo acquistato).
L’allora tecnico della Lazio, Simone Inzaghi, non è mai sembrato molto convinto delle qualità dell’attaccante kosovaro, mentre invece, in questa stagione, l’intera squadra biancoceleste è ancora in evidente difficoltà, alle prese con l’assimilazione del nuovo gioco imposto da Maurizio Sarri. E sebbene ad inizio stagione il tecnico ex Napoli sembrava avesse decisamente puntato su di lui come vice-Immobile, anche in questo contesto le cose sono invece cambiate con il passare dei giorni, e Muriqi si è visto scavalcare nelle gerarchie anche da calciatori che non ricoprono essenzialmente il ruolo di prima punta.
A tal proposito, in effetti, basterebbe prendere in considerazione la recente sfida di campionato contro il Genoa, vinta agevolmente dalla formazione capitolina. Inizialmente, visto l’assenza forzata di Ciro Immobile, si sarebbe potuto pensare, infatti, all’utilizzo di Muriqi al centro dell’attacco biancoceleste, ma Sarri ha invece optato per la soluzione del “falso nueve” (con Felipe Anderson), lasciando per l’ennesima volta Vedat in panchina.
Questa involuzione dell’attaccante resta però, per certi versi, inspiegabile. Vedat Muriqi è un vero e proprio pezzo da 90, un centravanti che ha fatto innamorare ed esultare migliaia di tifosi all’estero. Basti pensare, ad esempio, che attualmente, risulta essere il marcatore più prolifico della storia della sua (giovane) nazionale, il Kosovo.
Muriqi, tra le altre cose, porta con sé un passato difficile, una storia complessa che è in realtà una piccola favola a lieto fine. E’ sopravvissuto alla guerra e ne ha viste di tutti i colori, vivendo esperienze terribili che lo hanno comunque portato a diventare il gigante buono che è tuttora. Eppure, quando la gente lo guarda, non vede la sua storia, ma si sofferma soltanto su quel burbero calciatore che in campo non gioca come dovrebbe giocare. Nonostante, tra l’altro, venga impiegato ormai soltanto in qualche scampolo di partita, verso lo scadere del secondo tempo.
Non possiamo conoscere con certezza lo stato d’animo ed i pensieri che affliggono il “pirata”, ma possiamo comunque immaginare che la situazione sia simile ad un mare in tempesta, quando sei costretto a lottare con tutte le tue forze per emergere o devi necessariamente aggrapparti a qualcosa per trarti in salvo. La mancanza di fiducia nei suoi confronti ed il pochissimo tempo trascorso sul campo di certo non giovano a questa situazione e quei 20 milioni di euro (tanto venne speso per acquistarlo) oggi pesano, inevitabilmente, come un macigno.
Bisogna però ricordarsi che dietro al calciatore, dietro all’attaccante Vedat Muriqi, c’è una persona, che nella sua vita è sempre stata abituata a non mollare mai. Un uomo che, come detto, è sopravvissuto alla guerra e ha combattuto con tutto se stesso per arrivare dove è ora, diventando un idolo per i tifosi kosovari e turchi.
Ora, però, la palla è nelle mani del club biancoceleste e soprattutto di Maurizio Sarri. Sta a lui, infatti, decidere se provare a puntare realmente sul centravanti kosovaro, dandogli più spazio in campo insieme ai suoi compagni di squadra, o decidere, chiaramente, che Muriqi non può più far parte del progetto. Anche perché, in questo caso, Vedat meriterebbe di andare via, al più presto, per tornare a giocare eventualmente all’estero, riacquistando così il sorriso e la fiducia e magari ricominciare a far impazzire le difese delle squadre avversarie.
Siamo certi, però, che in entrambi i casi, Muriqi avrà la forza e la capacità di rialzarsi. Perchè, come diceva giustamente Dante, lo viso mostra lo color del core.