Soprannominato da sempre “Chaussette” (calzino), in onore del lupo del Balla coi Lupi con Kevin Kostner che tanto faceva ridere da piccoli i suoi fratelli, dopo un’intera carriera tra trofei conquistati sia in Inghilterra che in Francia, momenti più opachi e la vittoria del campionato del mondo nel 2018 con la sua Nazionale, Oliver Giroud sta vivendo al Milan una nuova giovinezza alla luce dei sui 35 anni passati, ritrovando quell’entusiasmo che forse si era a tratti affievolito durante la sua esperienza al Chelsea.
L’Italia era comunque scritta nel destino di un calciatore che in passato era stato seguito sia dalla Lazio che dall’Inter, le quali però non erano riuscite a strapparlo ai Blues. Quando il Milan ha chiamato però il trasferimento è stato inevitabile perché della Serie A, l’attaccante di Chambéry, ne è sempre stato fortemente attratto e per di più, grazie ad entrambe le sue due nonne italiane, la seguiva da fan assoluto di Sheva, suo idolo da sempre.
Nel campionato in corso ha messo a segno 7 gol in 15 presenze (8 stagionali, finora gli stessi di Leao e Ibra), con una doppietta spettacolare a decidere l’ultimo derby di Milano in cui ha ribaltato il risultato nel giro di 3 minuti. Dopo un primo tempo in cui si è vista l’Inter gestire meglio il campo per gran parte del minutaggio, passando anche in vantaggio con Perisic, nella seconda frazione di gioco le cose sono cambiate e proprio l’attaccante francese, titolare anche per l’assenza di Ibra, si è caricato sulle spalle la squadra, sfruttando al meglio le due occasioni che gli si sono presentate tra il 75’ ed il 78’.
Un uno-due micidiale che non ha lasciato scampo ad Handanovic ed alla retroguardia neroazzurra che nulla ha potuto contro le due perle del numero 9 milanista. Nella prima occasione, valsa il pareggio, un vero e proprio gol di rapina, avventandosi in scivolata e spedendo in rete, da vero rapace dell’area di rigore, un pallone calciato verso la porta da un compagno e poi sporcato dal tocco di un difensore. Tre minuti più tardi una vera perla, identica peraltro a quella che ben 6 anni fa sfoderò ad Anfield Road contro il Liverpool indossando la maglia dell’Arsenal: palla che viene da dietro in area di rigore, stop a seguire di tacco sinistro nel girarsi dalla parte opposta, mandando di fatto fuori tempo il difensore (De Vrij in questo caso), e botta, sempre di sinistro, sul palo più lontano per la rete del definitivo vantaggio.
Una carriera fatta di derby, 73 per l’esattezza di cui soltanto l’ultimo giocato a Milano, ma in cui l’attaccante francese ha dimostrato di essere un calciatore ancora pronto ad affrontare sfide così cariche anche a livello emozionale, nonché un professionista serio che ha sempre risposto “Presente!” ogni qualvolta è stato chiamato in causa. Un giocatore in grado di cambiare le partite in corsa da un momento all’altro, la certezza di essere un’arma in più per Pioli in questa seconda parte di stagione sulla quale poter contare, un idolo per i tifosi con i quali si gode al momento un post-derby da sogno che ha tinto Milano nuovamente di rossonero.