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Serie A, l’ennesimo calcio-spettacolo sanitario

Serie A

Fonte immagine: profilo ufficiale Twitter Lega Serie A

Serie A, l’ultimo show da godere dalle poltrone delle proprie case. Protagonisti principali, Lega e ASL di riferimento. Personaggi secondari i calciatori e le varie società, sottoposti a un inutile teatrino di rimbalzo di responsabilità. Una pellicola già vista, ma che il palinsesto del calcio italiano ripropone con estrema periodicità.

Un pasticcio all’italiana, ma stavolta le metafore culinarie non hanno nulla a che vedere con la storia in analisi. La situazione la conosciamo tutti, inutile soffermarci vanamente. Le autorità sanitarie bloccano squadre con un certo numero di positivi, i voli e autobus non partono. L’autorità calcistica decide che si deve giocare. Si convocano assemblee tra club e dirigenze, per poi decretare la stessa, solita colonna sonora: si scende in campo. Poi, nel bel mezzo dell’ora di pranzo, mentre i giocatori dell’Inter palleggiano svogliatamente in un Dall’Ara vuoto, arriva il comunicato ufficiale. “[…] Qualora uno o più calciatori dello stesso club risultassero positivi al virus SARS-COV-2 la gara sarà disputata, secondo il calendario di ciascuna competizione. Questo purché il Club in questione abbia almeno tredici giocatori tra quelli iscritti nelle rose della Prima Squadra e della formazione Primavera nati entro il 31 dicembre 2003, risultati negativi ai test […]“.

Serie A, un protocollo anarchico

Fin qui, tutto bene. Tuttavia, di fatto, questa normativa non cambierà nulla. Le autorità sanitarie continueranno ad essere libere di bloccare squadre in partenza, dando così al solito spettacolo giudiziario all’italiana di ricorsi e controricorsi. Juventus-Napoli dello scorso anno ricorda qualcosa? Non paghi dell’esperienza, ormai da quasi due anni si combatte in questa infinita pandemia e ancora non esiste un protocollo definitivo a chiudere sulle parti in causa.

In questo caso, professionisti e appassionati di calcio e di altri sport, urgono di un intervento da parte del Governo. L’assenza (molto discutibile) di un Ministero rivolto a regolare le norme in materia, si rende più necessario l’intervento diretto dell’amministrazione Draghi. Solamente un atto deciso dall’alto di Montecitorio potrà sbloccare una situazione destinata a ripetersi in loop. Affinché tutti tornino a vivere un vero spettacolo, meno comico, più concretamente. Senza costringere gli utenti a recarsi ogni volta al cinema delle ovvietà.

A cura di Luca Ripari

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