L’ultima favola calcistica, a memoria, rimane quella del Leicester di Claudio Ranieri, capace di trionfare in Premier League solo due anni dopo esser salita dalla Championship. Quest’anno potremmo trovarci a raccontarne un’altra di favola, molto simile, anche se il campionato belga, ovvero la Jupiler League, ha tutt’altra rilevanza rispetto a al campionato inglese, ovviamente.
Sono passati ben 77 anni dall’ultima volta che il Royale Union Saint-Gilloise ha vinto un titolo nazionale. Adesso potrebbe riuscirci addirittura da neopromossa a quasi cinquant’anni dall’ultima apparizione nella massima categoria.
La prima cosa che viene in mente è l’arrivo di una proprietà ricca e degli investimenti che hanno permesso tutto ciò: nulla di simile. I successi di questo club si fondano esclusivamente su una grande organizzazione societaria, con il presidente Alex Muzio e soprattutto con Tony Bloom, azionista di maggioranza del club dal 2018 e già artefice di un’impresa calcistica importante. Bloom ha infatti riportato il Brighton in Premier League dopo 34 anni.
La storia del club
Dal secondo dopoguerra ad oggi il panorama calcistico di questo paese è stato dominato fondamentalmente da due club: l’Anderlecht e il Club Bruges. L’egemonia di queste due squadre è stata talvolta interrotta soprattutto dallo Standard Liegi, che ha vissuto dei brevi cicli positivi raccogliendo in tutto 10 titoli, ma che non vince un campionato dal 2009. E’ arrivato poi il Genk, che dal ‘99 a oggi ha ottenuto 4 successi.
Tuttavia nella prima parte del ventesimo secolo, il dominio di questo campionato apparteneva a tutt’altre squadre, che oggi hanno totalmente perso prestigio. Tra queste, oltre al Racing Bruxelles e al Beerschot, c’era proprio l’Union Saint-Gilloise, capace di vincere 11 volte il titolo tra il 1904 e il 1935. Non solo: tra il 32’ e il 35’ registrò una striscia di imbattibilità di ben 60 partite consecutive, un record storico inferiore solamente a quello della Steaua Bucarest (104) e del Celtic (62). Ai titoli nazionali vanno aggiunte anche due coppe del Belgio, che rendono questa società la terza squadra belga per trofei conquistati.
L’Union Saint-Gilloise (che prende la denominazione Royale solamente nel 1984) retrocesse nel 1973 ed è tornato in prima divisione solo in questa stagione, dopo ben 48 anni passati nelle categorie inferiori.
Questo club nutre anche un forte legame con il nostro paese. Alla fine della prima guerra mondiale invitò il Milan per inaugurare il nuovo stadio e nel 1960 eliminò la Roma ai quarti di finale della Coppa delle Fiere. Il presidente Muzio è ha inoltre origini piemontesi.
I protagonisti sul campo
Questa stagione da neopromossa doveva servire al club per stabilizzarsi nella categoria, magari attraverso una salvezza tranquilla, eppure l’annata ha preso una piega totalmente diversa. Il successo sul campo dell’Anderlecht per 1-3 alla prima giornata ha dato immediatamente alla squadra la consapevolezza del proprio potenziale. Eccoci quindi dopo 27 giornate, a sette turni dalla fine del campionato, con i bianco-malva in testa alla classifica e con 7 punti di vantaggio sull’Antwerp.
Autentici protagonisti di questa fantastica scalata Royale Union Saint-Gilloise sono i due attaccanti: il tedesco Deniz Undav e il belga Dante Vanzeir. In due hanno già messo a segno ben 33 reti complessive. Undav è il capocannoniere del campionato con 20 reti, un nove puro, un autentico rapace d’area. L’altro club di Toni Bloom, il Brighton, si è già assicurato le sue prestazioni a partire dal prossimo anno. Vanzeir invece è arrivato nell’estate del 2020 dal Genk e ha una storia diversa. Due seri infortuni al ginocchio ne hanno messo a rischio la carriera ma ora è arrivato il suo momento: a novembre ha esordito con la sua Nazionale subentrando al posto di un certo Romelu Lukaku nella sfida contro il Galles.
A centrocampo figura un giovane molto interessante, ovvero Kacper Kozlowski arrivato in prestito sempre dal Brighton. Il 18enne polacco è considerato uno dei prospetti più importanti nel suo ruolo. In mezzo al campo è poi d’obbligo una menzione per il danese Casper Nielsen, mediano tuttofare dotato anche di una buona qualità, capace di ribaltare l’azione con una velocità incredibile.
C’è inoltre un po’ di Italia anche proprio all’interno della squadra. Il tecnico è infatti un belga di origini italiane, Felice Mazzù (calabrese da parte di padre), allenatore dello Charleroi dal 2013 al 2019, poi passato al Genk, il club con cui ha vinto la Supercoppa nel 2019. In rosa c’è poi il centrocampista Lorenzo Paolucci, 25enne ex Monopoli (Serie C)
Leggi anche:
Una società all’avanguardia
Andiamo ad analizzare le radici di un successo bello quanto inaspettato come questo del Royale Union Saint-Gilloise. Un progetto che la Rivista11 ha definito “post-contemporaneo”. Nessuna spesa folle per i cartellini dei giocatori, ma un metodo di ricerca dei calciatori che molto riprende dalla famosa strategia del Brentord di Matthew Benham, basata sull’accumulo di numerosi dati e statistiche, della quale si è molto parlato qualche anno fa. Anche Bloom viene dal mondo della finanza e del gioco d’azzardo, è stato lui a fondare The Lizard, il fondo d’investimento col quale ha lavorato lo stesso Benham, ma tra i due sembra che non scorra più buon sangue da tempo.
Il club belga è attivissimo soprattutto per quanto riguarda le politiche sociali e dell’ambiente, sempre occupato a promuovere collaborazioni per sviluppare l’attività sportiva. Recentemente la società ha annunciato lavori di ammodernamento del campo da gioco e del sistema di illuminazione. Insomma una società all’avanguardia che guarda avanti e che vuole crescere attraverso un progetto totale. A fine stagione vedremo se saranno premiati già da subito con il coronamento di un’impresa eccezionale come il titolo di campioni nazionali.