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Quelli del No Var

VAR

“…e corre sulle spiagge atlantiche, seguendo il calcio di un pallone, per finire nel grembo di grosse mamme antiche dalla pelle marrone…” La forza e la potenza del gioco del calcio infilata dappertutto, pure in questi bellissimi e complessi versi di Anima Latina. Lucio Battisti la cantava nel 1974 e sembra sabato scorso. Quel pallone, seguendo la forza e l’effetto del tiro, ha oltrepassato il perimetro rettangolare delimitato da righe bianche e si è intrufolato in uno studio. Il locale è allestito alla bell’e meglio ma dotato di ampi schermi, poi tutto un susseguirsi di fili, microfoni per i contatti con l’uomo in campo. Quello col fischietto. Sembra più una regia televisiva, un Porta a Porta o il Letterman Show. Da quei pochi metri quadri si prendono o confermano decisioni, si correggono orrori, si determinano vittorie e sconfitte. Quando è nato, il sistema di revisione delle decisioni arbitrali ha incontrato qualche scetticismo ma anche voglia di migliorare.

I tifosi delle squadre piccole hanno tirato un sospiro di sollievo. Finalmente nessuno poteva più prevaricare sulle formazioni già destinate ad una classifica, per i più, priva di interesse. Finalmente si poteva avere giustizia e si potevano ottenere quei tanto reclamati rigori che su alcuni campi, tra gli anni ‘60 e ’90, te li potevi soltanto sognare. In quelle stagioni nefandezze ne sono state compiute, ma ormai è perfettamente inutile rinvangare. Il popolo internet è un popolo giovane, ma può lo stesso togliersi lo sfizio di rivedere qualche filmato scolorito. E il vecchio raccontastorie può giocarsi soltanto la faccia e la penna affermando che all’epoca, pretendere il giusto sui soliti terreni inviolabili, era possibile soltanto facendo all-in rimettendoci qualche tibia o perone. La potenza del Var sta nel fatto che anche le grandi squadre, con qualche distinguo, e dopo aver compreso meglio il sistema (che a nostro avviso è ancora da perfezionare), hanno accolto con sospetta soddisfazione il nuovo che avanza. Finalmente negli scontri clou, dove ti giochi coppe e scudetti, possono essere corretti errori esiziali. Storture che non avrebbero avuta nessuna soddisfazione sul campo. La moviola riproposta inutilmente mille volte, con successivo ricovero per colpa del fegato ingrossato. Ora che il sistema sembra procedere con un certo avallo (ma ricordate bene che le azioni del calcio saranno chiacchierate per l’eternità), sta montando una certa recrudescenza nei giudizi. Noi vogliamo vestire di bianco, siamo portatori di un pensiero positivo ancorchè evidente. Il Var interviene per correggere errori arbitrali, gli stessi che vi facevano diventare pazzi il lunedì mattina nelle chiacchiere da bar. Nonostante questo, assistiamo ad una levata di scudi e, anche se non possiamo parlare di marcia indietro, piovono critiche sulle tegole della sala review. In Premier League è in atto una vera rivolta che vede coinvolti gli allenatori delle cosiddette big. Klopp e Mourinho accusano il sistema dicendo che il Manchester United ha sinora ricevuto una valanga di rigori a favore. “Lo United ha avuto più rigori in due anni che io in 5 anni e mezzo” (Klopp). “Se qualcuno non può piangere per la Var è il Manchester United” (Mourinho). Per noi che siamo disinteressati al problema inglese, è divertente rileggere quanto detto invece da Solskjaer. Parole che hanno innescato la suddetta reazione dei tecnici di Liverpool e Tottenham. Il manager dello United, lamentandosi per un rigore non concesso a Maguire contro il WBA (finale 1-1), ha dichiarato: “Qualcuno deve aver dormito in quell’ufficio del Var, qualcuno ha bisogno di farsi un caffè”.

Dalle roventi dichiarazioni provenienti dal freddo britannico ai fatti di casa nostra.

Andiamo a ritroso partendo dal monday night tra Verona e Parma (2-1). Il Parma si porta in vantaggio con un’azione di Karamoh che viene atterrato dal portiere Silvestri. L’arbitro Massimi, che aveva fatto proseguire l’azione, viene corretto dal Var ed assegna il giusto rigore. In Inter-Lazio la scivolata di Hoedt su Lautaro è immediatamente apparsa come un netto intervento sulla palla. Chi scrive, avrebbe giurato, anche dopo qualche replay, sull’assoluta innocenza del difensore biancoceleste. Poi un’immagine, ancora più particolareggiata, mostra il tocco sul polpaccio dell’attaccante interista. Rigore. Sembrano perfino banali sia gli applausi in casa nerazzurra che le proteste di Inzaghi. Qui però l’allenatore laziale sceglie una teoria singolare, lamentandosi del fatto che il rigore, difficilissimo da vedere, fosse stato fischiato immediatamente. Un po’ come dire che i guardialinee che imbroccano fuorigioco millimetrici, non lo fanno per bravura ma per purissimo fior di deretano. A Cagliari il Var è stato assoluto protagonista quando il sole era ormai calato al di là dei chiaroscuri del Poetto. Il tanto vituperato sistema ha salvato l’arbitro Piccinini che aveva fischiato un rigore inesistente su Rugani. E’ lui che calcia sulla gamba di De Roon e non il contrario. Fuochi d’artificio a Napoli, dopo l’1-0 per gli azzurri sancito da un calcio di rigore confermato dopo il review.

Chiellini, con un movimento da difensore alle prime armi, assesta una sonora manata in pieno viso a Rrahmani.

Le centinaia di nitide immagini mostrano l’inopportuno gesto del bianconero ma non placano le reazioni di Pirlo e dell’inossidabile duo Paratici-Nedved, noti al pubblico per le ormai continue e reiterate proteste su tutti i campi d’Italia e su tutte le decisioni avverse alla Juventus.

Da rilevare però anche i numerosi commenti non di parte, tutti volti ad affermare l’assoluta regolarità della decisione presa dalla squadra arbitrale.

E’ stata una sequela di esempi, accaduti tutti nella stessa giornata, per farvi riflettere sul fatto che, in assenza del nuovo sistema di revisione delle azioni chiave, avremmo certamente assistito all’ennesima, inutile, settimana dei veleni.

Come pure ovvio rimarcare che rimane soddisfatto chi trae beneficio dalle decisioni, mentre la parte avversa si sentirà defraudata e avrà sempre da ridire, sfacciatamente, pure davanti a decisioni, a posteriori, sacrosante.

Il grande e compianto maestro Boskov avrebbe senz’altro riadattato, per l’occasione, una sua famosa massima: “Var interviene quando arbitro sbaglia”.

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