Non ci sono errori nel titolo di presentazione. Non abbiamo commesso un banale refuso di stampa, né ci vediamo doppio.
Capire perché a Messina vi siano due squadre di calcio che militano nella stessa categoria, per di più nello stesso girone, è una lunga e complessa storia.
A scorrere l’elenco delle città italiane scoprirete, forse con sorpresa, che Messina si piazza al 13° posto tra le città più popolose ed al 4° posto tra quelle con più di 200mila abitanti. Proprio qui, sull’omonimo Stretto, dove Sant’Ignazio di Loyola fondò nel 1548 la Studiorum Universitas, giocano due sorelle: l’Associazioni Calcio Riunite Messina ed il Football Club Messina. Ma perché nel problematico Mezzogiorno d’Italia, dove le risorse economiche non sono certo floride e, soprattutto, non vengono convogliate primariamente nel gioco del calcio, dovrebbero esistere due squadre, per giunta nella stessa città? E’ una storia ricca, fatta di grandi palcoscenici e clamorosi fallimenti, di passaggi di proprietà e la possibilità (sfiorata) di ammirare i peloritani addirittura in Coppa Uefa.
Il calcio a Messina è cosa molto antica. Lo scorso dicembre si sono festeggiati i 120 anni.
Un secolo e oltre di passione quella che lega il popolo messinese alla pelota. L’FC Messina nasce appunto il 1° dicembre 1900. La fusione all’U.S. Giostra, avvenuta nel 1947, porta alla luce l’A.C.R. Messina. Dopo altre denominazioni, cambi e fallimenti, nel luglio 2017 nasce l’attuale sodalizio, ammesso a disputare il campionato di serie D e, nel giugno 2019, si conclude positivamente anche l’acquisizione dell’attuale marchio.
L’A.C.R. Messina gioca le sue partite interne sul terreno di gioco del San Filippo-Franco Scoglio.
Esiste una data in cui l’FC Messina incrocia i destini stracittadini. E’ il 17 luglio 1997, allorquando l’U.S. Peloro cambia denominazione in FC Messina Peloro. Sono anni vissuti intensamente, quelli delle tre promozioni in quattro anni (dalla C/2 alla B) e, soprattutto, sono gli anni del mai dimenticato presidente Aliotta. Ma è sotto la presidenza Franza che il Messina FC offre il meglio di sé. Il rinnovamento della stagione 2004-2005, con il passaggio allo stadio San Filippo, abbandonando lo storico “Celeste”. Altrettanto storico il magnifico 7° posto in serie A, sfiorando per un pelo la qualificazione alle coppe europee. In Trinacria a lasciarci le penne Roma, Lazio, Inter e Atalanta mentre in esterno fu clamoroso l’1-2 con il Milan di Maldini, Nesta, Gattuso, Pirlo, Kakà, Inzaghi. Una stagione irripetibile, firmata da gente di spessore che ha illuminato le fortune anche di altre società. Storari, Aronica, Ametrano, Cristante, l’ivoriano Zoro, D’Agostino, Donati, Giampà, Amoruso, Di Napoli, Zampagna. In panchina Bortolo Mutti.
Poi gli anni bui, con la mancata iscrizione al campionato di serie B, allorquando si consuma la radiazione dai campionati professionistici. Siamo nel 2008.
Il Football Club Messina rinasce sotto la presidenza del patron Rocco Arena che, nel 2019, rileva la società Città di Messina e successivamente ottiene il marchio FC Messina dall’ex presidente Franza. La novella società ricomincia dalla serie D nella stagione 2019-2020. Le mura amiche sono quelle del “Giovanni Celeste”.
“E’ l’anno zero”, definizione coniata proprio dal neo-presidente Arena per sancire la sua prima annata in riva allo Stretto.
Venendo ad oggi, troviamo la situazione nel girone “I” serrata ed entusiasmante. Le due rivali occupano le prime due posizioni in classifica. L’ACR Messina viaggia a 34 punti con sole due sconfitte vantando, con 30 reti all’attivo, il miglior attacco del lotto partecipante. A frenare la marcia trionfale degli uomini di mister Novelli tre pareggi nelle ultime cinque partite, tra cui un rocambolesco 3-3 ottenuto a Ragusa con il Marina, penultimo in classifica.
L’FC Messina segue a 31 punti. Sulle maglie l’odore del primato, dovendo recuperare ben due partite. Nell’ultimo turno la squadra è stata reduce dalla vittoria esterna sull’ostico campo del San Luca che deteneva il particolare record della imbattibilità interna da più di tre anni. Colpaccio firmato da Caballero, che ha così infranto il primato dei calabresi. I siciliani non sono famosi per il loro attacco (soltanto 18 le reti segnate) ma possono contare su una super-difesa, capitolata soltanto 9 volte. In tutti i campionati italiani (dalla A alla D) l’inviolabilità dei giallorossi è seconda soltanto al Taranto (8 reti subite) e a pari merito con il Monterosi (girone G).
Credereste a rose e fiori? Purtroppo no. In piena lotta per la promozione, pochi giorni fa la società ha deciso di esonerare Pino Rigoli, sostituendo il tecnico con Massimo Costantino, una vecchia conoscenza.
A disturbare questo duplice percorso non privo di ostacoli ci proverà sino all’ultimo il Gelbison Cilento reduce da due vittorie esterne consecutive e 30 punti in carniere.
I ragazzi di Vallo della Lucania (SA) hanno una partita in meno rispetto all’ACR Messina e due date segnate in rosso sul calendario.
Il 21 marzo sarà il giorno del derby dello Stretto, il successivo 28 riceveranno tra le mura amiche l’ACR.
Fratellanza, attesa, ribaltoni. Benvenuti al sud dove non c’è niente che manchi, tantomeno la passione, che a Messina si moltiplica per due.