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Lazzari, da terzino è un “buona la prima”. Ma c’è ancora strada da fare

Manuel Lazzari

Fonte Immagine: profilo Instagram ufficiale Manuel Lazzari

È stato al centro di molti di dibattiti durante questi mesi di sessione estiva di calciomercato: ma può fare l’ala? Si adatterà come terzino? Non sarebbe meglio monetizzare e investire su qualcun’altro?

Alla prima di campionato, però, Manuel Lazzari (nonostante qualche difficoltà) ha sicuramente convinto. Se continuerà a farlo, poi, solo il tempo potrà dirlo.

Ciò che è certo è che le tante voci e riflessioni di quest’estate le ha sentite. Da perno del centrocampo di Inzaghi, si è ritrovato di punto in bianco ad essere messo in discussione… Non ci è stato. E allora per lui provare a far ricredere gran parte della tifoseria e degli addetti ai lavori è diventato un obbligo autoimposto:

«Ne ho sentite tante, che non potevo giocare a quattro, ma non ho ascoltato nessuno, sono stato contento dell’arrivo di Sarri, voglio mettermi alla prova. Appena sono arrivato a Formello ho parlato con il tecnico, non vedevo l’ora di farmi un’annata con la difesa a 4, voglio imparare un ruolo nuovo con le idee di Sarri perché con lui è diverso. Giocando a 4 in campionato e in Europa avrò più possibilità in Nazionale anche. Dipenderà da me, da come reagirò e da come farò con la Lazio».

Sarri, dal canto suo, sin da subito aveva riposto fiducia in lui: «Lazzari? Ha grande gamba e grande qualità. Si può tranquillamente adattare al 4-3-3».

In tanti, però, sono partiti tre mille aspettative e speranze per poi essere bocciati dal tecnico toscano. Manuel si è impegnato e ha lavorato sodo durante il ritiro di Auronzo di Cadore per convincere e per metabolizzare i meccanismi di una linea a quattro. La conferma in rosa è la riprova maggiore che il Mister abbia avuto intenzione di puntare su di lui e di farlo crescere, tanto che la stessa Lazio (pur avendo all’epoca bisogno di entrate per sbloccare l’indice di liquidità) non lo ha messo sul mercato. Solo davanti ad un’offerta importante, infatti, Lotito e Tare avrebbero intavolato una trattativa, e non è arrivata.

Ora di strada da fare per assimilare il nuovo ruolo (soprattutto a livello difensivo) ce n’è ancora tanta, ma il cammino inizia ad essere tracciato e la prima uscita è stata tutto sommato positiva. Non avrebbe nemmeno dovuto giocare contro l’Empoli ma, complici gli acciacchi fisici di Marusic, si è ritrovato in campo dal primo minuto. E se è pur vero che ha responsabilità sul gol dell’Empoli e che gli attacchi più pericolosi arrivavano dalla sua parte, è innegabile che la sua rete dell’1-2 sia l’azione che racchiude più “Sarrismo” dell’intero match.

E non era difficile ipotizzare che arrivasse proprio da quel lato: quello Milinkovic-Lazzari ormai è un asse conclamato a prescindere dal ruolo, quasi avessero una connessione mentale sconosciuta ai più.

La rete poi, Manuel, l’ha pensata da solo. Milinkovic ha avuto il solo compito di capire cosa avesse in mente per poi dargli il pallone alla lunghezza giusta nell’unico corridoio possibile. E, una volta fatto questo, centrare la porta per l’ex Spal era ormai un obbligo. Curioso però, non essendo lui un goleador, che per il secondo anno consecutivo Lazzari riesca a segnare alla prima di campionato (nella stagione 2020/2021 era accaduto contro il Cagliari).

Lo stesso Sarri, a partita terminata, si è detto soddisfatto: «Deve imparare a fare il quarto, non solo il quinto. Anche perché se poi vorrà fare il quinto può farlo con la sigaretta, deve capirlo… lui sta migliorando anche in fase difensiva, può fare tutto, ha una velocità straordinaria».

Ora la palla passa completamente a Lazzari. Ha già lavorato tanto, ma per dare alla Lazio un’arma ulteriore e comprendere a pieno i dettami del mister serve ancora uno sprint in più… Magari uno fulmineo dei suoi, a trenta e passa chilometri orari.

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