Lazio-Juve: alla ricerca di sé stessi
Lazio e Juve hanno steccato i loro primi big match, entrambe hanno avuto un inizio di stagione non semplicissimo, hanno lasciato un po’ di punti per strada e in Europa non hanno mostrato la miglior versione e di sé stesse. Le assenze inoltre sono tante, Immobile, Lulic, Chiesa e De Ligt tra gli altri. Nella scorsa giornata la Juve ha liquidato lo Spezia con un buon 4-1, mentre la Lazio ha vinto all’ultimo respiro 4-3 contro il Torino, grazie a Caicedo, che pochi immaginavano potesse ripetersi con i torinesi bianconeri. All’Olimpico, quindi, in palio c’è molto più di tre semplici punti: chi vince ottiene consapevolezza e una forte carica di autostima.
Il primo tempo
Nel giro di un quarto d’ora a Roma arriva un treno colombiano, con il numero 16, che porta a Ronaldo il pallone dello 0-1 dopo aver fatto scintille sul binario della fascia sinistra laziale: Pirlo può distendere per un po’ la sua espressione corrucciata. I biancocelesti, però, continuano a macinare gioco, con il merito di mantenere la stessa intensità di poco prima, come se la gara fosse ancora sullo 0-0. I padroni di casa ci provano più volte con pazienza, senza frenesia, tuttavia prima che le due squadre rientrino negli spogliatoi sarà ancora CR7 a far tremare la Lazio, ma con essa anche la traversa.
La svolta
Nel secondo tempo la gara fatica a cambiare, ma la squadra di Inzaghi è come acqua, che goccia dopo goccia scava inesorabilmente tra le rocce bianconere. Dopo poco entra Caicedo, con il compito di dare più dinamicità all’attacco, nessuno sa però quanto peserà questa scelta. La Juve riesce a creare delle opportunità che più tardi si pentirà di non aver sfruttato, ma con il passare dei minuti cresce l’intensità del gioco della Lazio, che dimostra una mentalità da grande, visto che si arriva oltre il novantesimo senza falli di nervosismo né disordini tattici. Come il fresco sole di novembre che veglia sull’Olimpico, i padroni di casa riescono ad essere due estremi in un corpo solo, freddi nella mente, caldi nelle gambe.
Zona Caicedo
All’ultimo respiro Felipe Caicedo è una sentenza, il suo è un gol da attaccante vero, protegge il pallone e si gira in un attimo, sentendo la porta, senza bisogno di vederla. A Torino era il gol vittoria, oggi quello del pareggio. Inoltre l’ecuadoriano ha segnato all’82’ anche a San Pietroburgo, a maggior dimostrazione che la Lazio non si arrende mai, anzi, si esalta proprio quando va in difficoltà. Lo scontro fra Pirlo e Inzaghi fa crescere i dubbi sul primo e mette in risalto la grinta del secondo, che al 95′ fa un salto indietro nel tempo di quindici anni, e torna ad esultare correndo sul prato dell’Olimpico. Arrivano tuttavia segnali positivi sul piano del gioco per la Juventus, chissà che da questa delusione, Pirlo e i suoi non possano trarre la cattiveria di cui hanno bisogno.