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Lazio-Genoa: vittoria biancoceleste in un Olimpico semideserto

Lazio

fonte: account Twitter ufficiale S.S. Lazio

La Lazio di Maurizio Sarri torna alla vittoria in uno Stadio Olimpico quasi completamente vuoto. Davanti a circa 6000 spettatori, infatti, i biancocelesti, seppur privi di Ciro Immobile, superano, piuttosto agilmente, un Genoa evidentemente ancora in piena difficoltà, e si rilanciano in classifica, agguantando, momentaneamente, la Roma e la Juventus.

FELIPE ANDERSON FALSO NUEVE NELLA LAZIO, SHEVA SI AFFIDA A DESTRO E PANDEV

Con Felipe Anderson nel ruolo di falso nueve e Basic confermato ancora una volta a centrocampo, insieme a Milinkovic e Cataldi, la Lazio si presenta al fischio d’inizio con il solito 4-3-3 di impronta sarriana. Di fronte, il Genoa di Shevchenko, schierato con il 3-5-2  e con la coppia Destro-Pandev a guidare l’attacco, ma con ancora diverse assenze importanti.

I primi 20 minuti del match sembrano più che altro di studio: la Lazio controlla il pallino del gioco con diversi fraseggi e scambi tra i propri calciatori, mentre il Genoa resta in attesa di recuperare il pallone e provare a ripartire in contropiede. Poche le azioni degne di nota, se non quelle scaturite da intuizioni individuali. Come accade a Pedro, che in pochi minuti, all’8′ e al 16′, prova a mettere seriamente in difficoltà la retroguardia rossoblù.

Con il passare del tempo, però, la formazione di casa acquisisce ulteriore consapevolezza e diventa maggiormente pericolosa, per poi riuscire a portarsi in vantaggio grazie a Felipe Anderson, che ruba palla ad un calciatore avversario e si presenta in area, pronto a servire un pallone delizioso a Pedro che può solo spingerlo in rete. E’ il 35′, e la Lazio conduce quindi per 1 a 0.

SALE IN CATTEDRA LUIS ALBERTO

Nella seconda frazione di gioco, la situazione non cambia, con i biancocelesti che mantengono il possesso di palla e che si precipitano a pressare l’avversario ogni qualvolta la sfera finisce tra i piedi dei calciatori del Genoa. Intorno al 60′ inizia la girandola delle sostituzioni e mister Sarri decide di far entrare Luis Alberto al posto di Basic (insieme a Radu, al posto di Hysaj, che in questo modo raggiunge le 415 presenze in maglia biancoceleste, consolidando ulteriormente il suo primato): una sostituzione che si rivelerà fondamentale.

Lo spagnolo, infatti, sembra piuttosto ispirato, e dai suoi piedi passeranno i palloni per gli altri 2 gol della formazione capitolina. Il primo, siglato da Acerbi di testa, arriva al 75′, sugli sviluppi di un calcio d’angolo pennellato meravigliosamente dal numero 10 laziale; il secondo, segnato da Zaccagni all’81’, viene realizzato grazie ad un passaggio filtrante, al volo, dello stesso Luis Alberto, dopo un fraseggio bellissimo con Felipe Anderson, che consente all’ex Verona di presentarsi a tu per tu con Sirigu e trafiggerlo.

IL PRIMO SQUILLO DI MELEGONI, MA PER LAZIO E GENOA C’E’ ANCORA TANTO LAVORO DA FARE

La Lazio si porta quindi sul 3 a 0 e mette in cassaforte in risultato, ma verso la fine della partita c’è ancora tempo per un sussulto, questa volta di matrice genoana: il giovane Filippo Melegoni, da pochi istanti subentrato con la numero 10 sulle spalle, infatti, realizza la sua prima rete con la maglia rossoblù e la sua prima rete in assoluto in Serie A, battendo l’incolpevole Strakosha dopo essersi avventato su un pallone servito al centro dell’aria da Cambiaso. Il giovane ex Atalanta ha tutto il tempo di stoppare il pallone, con la difesa della Lazio in evidente ritardo in fase di chiusura, e segnare il gol della bandiera della formazione Ligure. Una delle poche note positive per Andriy Shevchenko, insieme alle prestazioni di Portanova e Cambiaso, ma è evidente che in casa genoana ci sia ancora molto lavoro da fare.

Per la Lazio di Maurizio Sarri, invece, questa è una vittoria molto importante, soprattutto dopo il brutto stop di Reggio Emilia contro il Sassuolo, ma anche in quel di Formello il lavoro da compiere sembra essere ancora molto. E non solo dal punto di vista del gioco, ma anche dal punto di vista psicologico e di testa di diversi giocatori, che stanno evidentemente accusando la pressione di una stagione non proprio esaltante.

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