“Ed ecco il duplice fischio dell’arbitro, preceduto dalla sirena, che sospende il match per far accomodare le squadre nel bunker antiaereo”. Incredibile, temerario, paradossale, il calcio è anche questo, “la cosa più importante delle cose meno importanti” come sosteneva Arrigo Sacchi, che ha il potere di avvolgere gli animi coinvolti in un turbinio emozionale senza eguali, nonostante tutto e tutti.
Il 23 agosto del 2022 è stata una data abbastanza significativa in Ucraina; con il paese in guerra nel tentativo di contrastare l’invasione russa, si è voluto dare un segnale forte al popolo ucraino facendo ripartire il campionato di calcio dopo più di 8 mesi di stop a causa, per l’appunto, del conflitto in corso. “Ho parlato con il nostro presidente, Volodymyr Zelensky, di quanto sia importante il calcio per distrarre“, aveva dichiarato Andriy Pavelko, presidente della federazione calcistica del paese, e la promessa è stata poi mantenuta.
LA PREMIER LEAGUE UCRAINA
La Premier League ucraina (Prem”jer-lіha), conosciuta fino al 2008 con il nome di Vyšča Liha, è la massima serie del paese creata nel 1991 dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Dalla sua creazione al 2008 fu un torneo strettamente legato al governo godendo, di fatto, dei sussidi statali. Dopo la rifondazione del sistema calcio nel paese, da cui ne è scaturita l’attuale connotazione organizzativa, è la Federazione ucraina predisposta a patrocinare il torneo nazionale, che ormai è una lega indipendente a tutti gli effetti.
La massima serie, dalla stagione 2020/21, è composta da 16 squadre e la formula adottata è quella di un girone all’italiana. Il campionato inizia solitamente a metà luglio per poi terminare a metà giugno dell’anno successivo, intervallata però da una lunga pausa invernale tra dicembre e marzo. La prima classificata si aggiudica il titolo ed accede alla fase playoffs di Champions League, mentre la seconda classificata è ammessa al secondo turno di qualificazione. La terza in classifica potrà accedere al terzo turno di qualificazione dell’Europa League, mentre quarta e quinta accedono rispettivamente al terzo e secondo turno di qualificazione della Conference League. A retrocedere le squadre sono tre: le ultime due in maniera diretta, mentre la terzultima e quartultima giocano uno spareggio promozione/retrocessione con la terza e la quarta della Perša Liha (la Serie B ucraina).
UNA STAGIONE IN GUERRA
Con la ripresa del campionato durante il conflitto, ovviamente sono state tante le differenze rispetto al passato, prima su tutte, l’assoluta assenza di pubblico all’interno degli stadi per salvaguardare la gente in caso di bombardamenti. All’interno di ogni struttura sportiva era invece presente il personale militare in grado di scortare giocatori ed arbitri all’interno dei rifugi (quasi sempre nelle vicinanze dei campi da gioco), veri e propri bunker antiaerei, qualora si fossero attivate le sirene di cui tutti gli impianti sono stati dotati. Se l’allarme si protraeva oltre un’ora, stava poi all’arbitro decidere se sospendere definitivamente il match in questione per poi rinviarlo o farlo ricominciare.
Altra decisione presa dalla federazione ucraina è stata quella di svincolare o far cedere in prestito, i calciatori stranieri presenti nel proprio campionato che volessero andarsene, favorendo cosi anche un aumento delle presenze dei giovani ucraini nella massima serie, nonostante il numero cospicuo di gente chiamata al fronte o partita volontariamente in guerra come accaduto per diversi sportivi.
Le gare che inizialmente si dovevano disputare quasi tutte a Kiev, si sono giocate poi in vari stadi, però, solo nella parte occidentale del paese, cioè la più distante rispetto al confine russo. Per quanto ha riguardato invece le formazioni ucraine impegnate nelle gare di coppe europee, hanno disputato le partite casalinghe in campi neutrali, come lo Shakhtar Donetsk e la Dynamo Kiev in Polonia ed il Dnipro in Slovacchia, il tutto per garantire anche la sicurezza delle squadre avversarie.
IL CAMPIONATO APPENA TERMINATO
La stagione, da poco conclusa, iniziata il 23 agosto 2022 e terminata il 4 giugno 2023, ha dovuto fare a meno del Desna Chernihiv e del FC Mariupol, due formazioni appartenenti a territori occupati dalle truppe russe. Il campionato ha visto prevalere su tutti lo Shakhtar che ha conquistato il suo titolo numero 14, con 72 punti in classifica, ben 5 di vantaggio su Dnipro e Zorya Luhansk fermi a quota 67. Paradossale la sfida decisiva proprio tra Shakthar e Dnipro, vinta dalla squadra di Donetsk per 3-0, giocata a 1.200 km di distanza da dove si sarebbe dovuta disputare “normalmente”.
I RECORD NAZIONALI
Dopo il titolo non assegnato nel 2022, la vittoria dello Shakthar quest’anno ha prolungato ulteriormente una “tradizione” che va avanti da più di trent’anni. Dalla caduta dell’Unione Sovietica, e quindi poi dallo svilupparsi di un campionato unicamente ucraino, eccetto la vittoria del Tavrija nel 1992, le uniche squadre a conquistare il titolo nazionale sono state soltanto due, la formazione di Donestsk appunto, e la Dynamo Kiev, peraltro detentrice del record di maggior titoli vinti con 16 ed anche quello di più campionati conquistati consecutivamente, ben 9.
IL CALCIO COME RICERCA DI NORMALITA’
Quel 23 agosto dello scorso anno quindi, si è cercato di dare un segnale attraverso il calcio. Gli ucraini hanno tentato di ripartire anche attraverso lo sport, usando il calcio come un simbolo potente di volontà di ritorno alla normalità. Come quando fu proposto alla federcalcio ucraina di disputare il campionato al di fuori dei propri confini e la risposta ottenuta fu che “era un obbligo morale giocare sul proprio territorio”, l’importanza di aver concluso questa stagione e di averlo fatto in Ucraina, è racchiusa nelle parole del Direttore esecutivo della lega Yevhen Dykyi, il quale ha definito questo campionato: “Un simbolo dello sport per il nostro popolo ed i nostri combattenti”.
Foto in copertina da Web – Articolo a cura di Roberto Viarengo