L’Italia s’è desta! Come una meravigliosa fenice che risorge dalle proprie ceneri eccoci qui, 3 anni dopo il punto più basso della nostra storia a celebrare una nazionale che diverte, si diverte, entusiasma e crea grosse aspettative.
In tre anni il c.t. Roberto Mancini ha forgiato una macchina quasi perfetta e avvicinato di nuovo la nazionale al grande pubblico. Un percorso arrivato ieri sera al 23esimo risultato utile consecutivo.
L’Italia che rinasce
Il CT ha creato un gruppo solido dove non ha esitato a lanciare la “bella gioventù” del nostro calcio. Da Barella e Locatelli, che hanno fatto definitivamente il salto di qualità. Zaniolo, fatto esordire in nazionale prima ancora che con la Roma. Fino ad arrivare a Bastoni, giunto ieri sera alla sua terza presenza (tutte in una settimana) ma che sembra già un veterano.
Punte di un iceberg che ha fondamenta ben solide. Da Donnarumma, inoperoso per gran parte delle partite disputate in questo periodo ma che ormai è una certezza, passando per Jorginho, qualità e quantità a servizio della squadra, chioccia di un centrocampo che macina chilometri, fino ad arrivare ad Insigne.
Si, proprio quell’Insigne, che nella disastrosa notte di San Siro fu costretto ad osservare la debacle azzurra dalla panchina, oggi è lui il “leader maximo” di questa squadra: incanta, corre, lotta e sforna cioccolatini per i compagni che non devono far altro che spingerli in rete.
Ma la differenza in questa nazionale sembra farla il gruppo. Bellissima, la scena di Mancini collegato in video chiamata con Evani che si complimenta con i suoi ragazzi alla fine della partita.
L’anno che verrà
Il 2-0 alla Bosnia è solo l’ultima prova di maturità prima dei grandi appuntamenti che ci aspettano. All’orizzonte c’è un 2021 da vivere per forza di cose da protagonisti.
A giugno ci saranno gli Europei e ad ottobre le final four di Nations League a Milano e Torino. Senza dimenticare le qualificazione ai mondiali di Qatar dove torniamo ad essere testa di serie.
La semina è stata fatta, non possiamo sapere quanti frutti raccoglieremo ma una cosa è ormai certa: la nazionale è di nuovo la casa di tutti!