Guelfi e Ghibellini, Atene e Sparta… Lazio e Roma. Se il calcio è l’argomento più importante tra i meno importanti, non possiamo escludere il derby della Capitale dai più grandi scontri di sempre. Una storia fatta di vittorie e sconfitte, battaglie epiche e incidenti che ne hanno macchiato pesantemente il percorso.
“Il derby è una partita come le altre”. Lo disse Zeman, allenatore dei biancocelesti prima e dei giallorossi poi, verso la fine degli anni ’90. Un atto eroico se vogliamo, ai limiti del kamikaze. Quelle dichiarazioni riecheggiano ancora oggi come parole folli, al pari di un terrapiattista intento a giustificare le proprie teorie di complotto. Provocazione? Può darsi. Di certo il boemo non ha mai avuto un bel rapporto con le stracittadine, come dimostrato dal 3-0 subìto durante il suo periodo laziale e i quattro derby persi in una stagione sulla panchina romanista.
Ma tanti altri sono gli aneddoti dedicati alla “partita delle partite” per ogni romano. Da un lato la Lazio, fondata il 9 gennaio 1900 in piazza della Libertà, nel quartiere Prati. Una storia ultracentenaria fatta di grandi alternanze; inferno e paradiso, più volte toccati entrambi nel corso degli anni. Una tifoseria storicamente più vicina al ceto borghese, minore nei numeri rispetto ai dirimpettai, con un proprio stile spesso ben marcato e identificativo.
Sull’altra sponda del Tevere troviamo la Roma, nata nel 1927 per volontà di Italo Foschi grazie alla fusione di Alba, Fortitudo e Roman. Una squadra creata per la gente, con le sue radici nei quartieri più popolari della Capitale. I giallorossi sono sinonimo di aggregazione, con tanti supporters, anche non romani, nati proprio da questo concetto di comunanza.
Da una parte i colori della Grecia, il bianco e l’azzurro, per onorare valori olimpici e il simbolo dell’aquila, rievocante le legioni romane. Dall’altra il giallo e il rosso, ripresi dalla città così come il simbolo della lupa.
Tra le innumerevoli battaglie ricordiamo quelle dei primi derby negli anni ’30 e ’40, con la Lazio che fra le proprie fila poteva vantare la presenza di Silvio Piola, ancora oggi il più grande marcatore italiano, e la Roma con i suoi iniziali successi e la vittoria del primo scudetto nel 1942 durante il regime fascista. Altre grandi sfide avvennero nel corso degli anni ’70, con la Lazio di Maestrelli campione d’Italia per la prima volta nel ’74 prima dell’egemonia giallorossa nel decennio successivo con tanto di secondo scudetto e una finale di Coppa dei Campioni sfortunatamente persa in casa contro il Liverpool. Negli anni ’90 le sfide fra le due squadre vennero colpite dal fattore X, con una serie infinita di pareggi consecutivi. Verso la fine del millennio e l’inizio del nuovo, Lazio e Roma si sono ritrovate a competere in posizioni di grande prestigio, spartendosi uno scudetto a testa e ben figurando nelle coppe, con i biancocelesti vincitori di due trofei europei (Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea) e i giallorossi presenti costantemente in Champions League.
Negli anni lo sfottò è sempre stato alla base della sfida. I giallorossi si fanno vanto di portare il nome di Roma, i laziali di essere tifosi della prima squadra della Capitale. Se si chiede a un romanista quali siano stati i derby più belli, questo con tutta probabilità rievocherà la partita vinta nell’anno dello scudetto con autogol di Negro e il 5-1 inflitto ai cugini qualche anno più tardi. Così come un laziale replicherà con il record di quattro derby vinti in un’unica stagione nel 1997/98 e la storica vittoria della Coppa Italia il 26 maggio 2013 con il gol di Lulic.
Ma la stracittadina non è stata sempre e solo goliardia. Tra gli aneddoti più tristi va ricordata la scomparsa di Vincenzo Paparelli, tifoso laziale, ucciso il 28 ottobre 1979 da un razzo lanciato dalla Curva Sud verso la Curva Nord. Oppure il derby sospeso il 21 marzo 2004 dopo la diffusione della notizia (poi rivelatasi infondata) della morte di un bambino investito da una camionetta della Polizia all’esterno dello Stadio Olimpico; in quell’occasione diversi furono gli scontri fra tifoserie organizzate e forze dell’ordine.
Quello di questa sera sarà il 153° derby di campionato. Una partita che passerà alla storia: a causa del Covid, sarà la prima stracittadina a giocarsi senza pubblico. Niente striscioni o cori di scherno, niente coreografie: mai come in questa occasione le parole di Zeman potranno avere credito. Sarà dunque “una partita come le altre”? Forse, ma per ogni tifoso laziale e romanista, l’attesa e l’adrenalina durante la gara non saranno mai paragonabili a nessun altro evento sportivo al mondo.