Il calcio diventa sempre più quotidiano, come da titolo della nostra testata. Da tempi non sospetti, infatti, sempre più termini sono entrati nell’uso comune, tanto che passano quasi inosservati tra le nostre labbra. Da manita a tiki-taka, fino alla remuntada. Casi, però, di importazione dalla Spagna. Questa volta tornano protagonisti neologismi italiani, spesso menzionati da tifosi e giornalisti. È il caso di bonucciata e tiraggiro, introdotti nell’Enciclopedia Treccani.
Il calcio quotidiano, Euro 2020 detta la via
Chiaramente gli Europei hanno contribuito enormemente al fenomeno. A partire dal tiraggiro, vero e proprio tormentone di questa estate calcistica. Su ogni social e ogni casa, infatti, si attendeva il repertorio di Lorenzo Insigne, una conclusione a effetto che non ha lasciato scampo ai poveri Çakır e Courtois. Chiaramente ripreso dal dialetto napoletano, la Treccani definisce così l’azione: “Nel calcio, il tiro a giro, fatto colpendo il pallone in modo da imprimergli un forte effetto a rientrare“. Già apparso sporadicamente in alcune pubblicazioni (sfida del 25 ottobre del 2018 tra PSG e Napoli), è diventata un’espressione comune anche tra i minori appassionati. Voglia di ironia, leggerezza, dopo mesi tanto difficili. E dall’istituzione linguistica è arrivata la ricompensa.
“It’s coming to Rome!”, “Ne devono mangiare di pastasciutta!“. Anche in questo caso, il rimbalzo sulle reti social ha avuto proporzioni importanti. Le frasi urlate da Leonardo Bonucci in seguito al conseguimento del titolo orientale sono diventate un vero caso. Anche in questa occasione, la Treccani è scesa in campo (tanto per restare in gergo calcistico). Arriva allora la bonucciata: “Nelle cronache sportive, errore di gioco, comportamento, dichiarazione pubblica tipici del giocatore Leonardo Bonucci“. L’episodio dello sgabello, qualche svarione difensivo, soprattutto nei primi anni in maglia bianconera: il neologismo è servito. E si merita la chiamata illustre della Treccani, sempre attenta alle nuove parole.
Altri esempi
Impossibile non ripensare ad Antonio Cassano, autore delle famigerate “cassanate”. Dai litigi con i direttori di gara, a quelle con Sensi, non c’è mai stato un momento di pace. Genio e sregolatezza. Anche allenatori noti sono stati soggetti a una definizione della propria tattica di gioco. Prendiamo il Cholo Simeone o il sarrismo del neo allenatore biancoceleste, nel 2018. “La concezione del gioco del calcio promulgata da Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e sulla propensione offensiva“. O, in alternativa, la schiettezza del tecnico di fronte alle telecamere. Senza poi dimenticare il Contismo, presente dal 2016, nato in Belgio-Italia 0-2. “Sport caratterizzato da spirito di squadra e sacrificio, concretezza e concentrazione nell’applicare gli schemi di gioco programmati“.
Il linguaggio e il calcio, uniti in simbiosi per un’evoluzione continua. Senza confini, in attesa del prossimo termine da coniare.