Il Derby della Lanterna riveste sempre un fascino piuttosto particolare. Seppur con le restrizioni causa Covid o con il freddo gelido che ha caratterizzato l’intera serata, la sfida tra il Genoa e la Sampdoria ha riservato non poche emozioni.
Le due compagini, per altro, sono giunte a questa partita con animi certamente differenti e contrastanti. Il club rossoblù con il rinnovato entusiasmo per il cambio ai vertici societari (è di poche ore prima la notizia del nuovo General Manager) ed il recente arrivo in panchina di Shevchenko, ma con una situazione di classifica molto pericolosa (terzultimo, a quota 10 punti e a digiuno di reti da ben 4 giornate consecutive); i blucerchiati leggermente più avanti in classifica (a quota 15 punti, al 16° posto), ma con un D’Aversa in bilico dopo le ultime prestazioni ed il recente arresto del Presidente Ferrero per reati societari e bancarotta fraudolenta che pesa evidentemente come un macigno.
Non a caso, dunque, questo incrocio di campionato tra le due squadre genovesi è stato definito come il Derby della Paura. Quella stessa paura che sembrano avere i giocatori del Genoa, almeno nella prima parte del match. La Sampdoria, infatti, fin dalle prime battute di gioco, è apparsa più in palla e si porta subito in vantaggio (al 7′ del primo tempo) con un bel colpo di testa di Gabbiadini, in torsione: Sirigu non riesce a trattenere ed il pallone si insacca alle sue spalle, per la gioia incontenibile dei tifosi blucerchiati assiepati in Gradinata Sud.
I tifosi, eh già. Le due gradinate hanno dato spettacolo, come di consueto, all’ingresso in campo delle squadre. Bellissima la scenografia della tifoseria genoana, con i due grifoni rossi ai lati della croce di San Giorgio, simbolo cittadino, e l’intero settore colorato di blu; significativa quella sampdoriana, con le bandiere blucerchiate che garriscono al vento e lo striscione “oltre ogni ostacolo, forza Sampdoria“. Senza dimenticare che entrambe le tifoserie non hanno smesso un attimo di sostenere i propri giocatori, intervallando, ovviamente, i cori di incitamento a quelli di “reciproco affetto”.
Inoltre, nel pre-partita, c’è stato anche spazio per i ricordi, con la presenza, allo stadio, di un attaccante storico del Genoa, come Pato Aguilera, che è andato a salutare la sua vecchia tifoseria sotto la gradinata, ed i cori, dalla sponda blucerchiata, per Luca Vialli, che i tifosi della Sampdoria vorrebbero come nuovo presidente (esplicativo uno striscione in merito esposto in curva).
Sul campo, però, come detto, a prevalere è la formazione doriana, che chiude il primo tempo in vantaggio, grazie ad una partita accorta in fase difensiva e con un Genoa incapace di scardinare il fortino eretto da D’Aversa. Tuttavia, ad inizio secondo tempo, la squadra rossoblù avrebbe anche l’occasione di pareggiare, ma Hernani spreca malamente calciando alto un pallone delizioso servitogli da Sturaro. La legge del “gol sbagliato, gol subito” colpisce ancora e dopo pochi istanti ecco il raddoppio della Sampdoria, questa volta con Caputo, velocissimo a raccogliere una corta respinta di Sirigu su un tiro di Candreva e a ribadire in rete. Il Genoa, comunque, non si arrende e prova a rimettere in piedi la partita anche grazie al lavoro di uno dei suoi uomini più rappresentativi: Goran Pandev. Il macedone prima prova il colpo in girata, sfiorando il palo della porta difesa da Audero, e successivamente serve una bellissima palla al centro dell’area al subentrato Mattia Destro, che però non riesce ad approfittarne.
Pochi minuti più tardi (al 67′), però, ecco che arriva anche la terza rete blucerchiata, ancora con Gabbiadini, che con un tiro da fuori area batte nuovamente l’estremo difensore genoano, Sirigu. Il gol, per altro, inizialmente non viene convalidato dal direttore di gara, per un sospetto fuorigioco di Caputo, che torna poi sui suoi passi dopo la revisione al Var.
Sul 3 a 0 il derby sembra finito, ma a poco più di 10 minuti dal termine della sfida, Mattia Destro torna finalmente al gol, con un colpo di testa perfetto dopo un cross pennellato di Cambiaso, accorciando le distanze e rendendo gli ultimi minuti di gioco ancora più appassionanti. In questa fase conclusiva del match, infatti, c’è ancora il tempo, ad esempio, di assistere a ben due legni, colpiti uno per parte: il primo di Candreva, il secondo di Vasquez (provvidenziale la deviazione di Yoshida). Pochi istanti prima, inoltre, era stato Vanheusden a sfiorare la rete per il Genoa, con una bordata da fuori area.
Ma nonostante tutto questo, dopo ben 8 minuti di recupero, il risultato non cambia ed al triplice fischio dell’arbitro il Derby della Lanterna si tinge di blucerchiato, grazie al risultato finale di 3 a 1.