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Fiorentina-Perugia, lo spareggio che fece da passaggio di testimone

fiorentina Perugia

Perugia-Fiorentina, giugno 2004. La quartultima di Serie A contro la sesta di Serie B. Uno spareggio per decidere se tutto sarebbe rimasto invariato o meno. Da una parte, gli umbri che risiedono stabilmente nella massima serie da anni. Dall’altra, una società decaduta con il fallimento di Cecchi Gori nel 2002, con conseguente retrocessione in C2. C2 vinta, susseguita dalla promozione in B per meriti sportivi.

Perugia-Fiorentina, i retroscena

Una vicinanza dettata anche dalla geografia: il capoluogo umbro e Firenze, infatti, distano solamente due ore in macchina. Rappresentanti di due regioni con le proprie bellezze. Da un lato, le bellezze del cuore verde d’Italia; dall’altro, la terra dove il Sommo Poeta Dante introdusse la lingua volgare in un’opera.

Il Perugia del presidente Gaucci è protagonista di una stagione in chiaroscuro, nonostante la presenza di giocatori esperti e promettenti. Tanto per fare qualche nome, Kalac, futuro portiere del Milan; Grosso, l’eroe di Germania 2006. Oppure Vryzas, uno dei protagonisti della favola Grecia ad Euro 2004. Tra alti e bassi, il Grifo riesce a chiudere la stagione a quota 32, salvandosi da una retrocessione diretta.

La Viola, presieduta da Gino Salica, conduce un torneo piuttosto equilibrato, senza mai eccellere. I punti accumulati, tuttavia, bastano per giocarsi lo spareggio per salire in massima serie. La compagine allenata da duo Cavasin-Mondonico può vantare sicuramente elementi interessanti. Il ventiduenne Maggio, Comotto che, ironia della sorte, avrebbe concluso la carriera proprio in Umbria, ora direttore generale della squadra. Il veterano Di Livio a centrocampo e, soprattutto, il bomber siculo Christian Riganò, che coi suoi trenta gol rispedisce i suoi in cadetteria.

La fine e l’alba di una nuova era

La gara di andata tra Perugia e Fiorentina si gioca al Renato Curi. I perugini sono quasi certi di passare il turno, considerando anche l’assenza, tra gli avversari, di Riganò. Eppure, le cose non vanno come previsto. La Fiorentina passa subito avanti con Fantini e controlla senza affanni i contendenti, rimandando tutto all’inferno del Franchi. La Viola passa ancora avanti con lo stesso centravanti, poi espulso nei minuti successivi. Per un curioso segno del destino Do Prado, futuro giocatore viola nell’annata seguente, riporta il punteggio in parità. Il Grifo attacca ma non basta: la Fiorentina torna in Serie A, il Perugia scende nel purgatorio della B.

Quello spareggio viene ricordato soprattutto per due motivazioni. Il primo, le infinite polemiche arbitrali. Tante le insinuazioni da parte di Gaucci e Kalac riguardo alcune scelte arbitrali considerate controverse, discussioni ignorate dalla Fiorentina e da Mondonico. In secondo luogo gli spettatori, seppur inconsapevoli, hanno assistito a un importante passaggio di testimone. Come avviene in una corsa campestre, il Perugia ha passato lo scettro della Serie A alla Fiorentina. Gli umbri non hanno più partecipato al massimo campionato, i toscani non sono più riscesi. Un incrocio di due ere differenti, che attende di essere ripetuto.

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