“You are Ronaldinho. You are Wayne Rooney. This is the beautiful game. This is your moment“. Questa l’emozionante e indimenticabile intro di FIFA 06, un videogioco che per certi sensi ha svoltato l’era della EA Sports. Movimenti dei giocatori più fluidi, il debutto di Aldo Serena come voce nel commento tecnico assieme all’immancabile Bruno Longhi, una grafica veramente innovativa. Ma, soprattutto, un bonus con video contenente alcuni gol veramente memorabili, per tecnica ed esecuzione. Nel miglior ricordo degli anni Novanta e Duemila.
FIFA 06, l’antipasto di Calciopoli e di Berlino 2006
Anno dolceamaro da ricordare, quello dell’uscita di FIFA 06. Da un lato, a fine stagione, l’esplosione dello scandalo Calciopoli e la condanna alla Serie B per la Juventus e pesanti penalizzazioni di punti per Milan, Lazio, Fiorentina e Reggina. Dall’altro, il trionfo dell’Italia nel mondiale in Germania, segnato da quella che forse è stata l’ultima grande generazione di bandiere e giocatori tricolore. Un’estate capace di unire i tifosi delle più disparate e disperate bandiere, allontanando i ricordi di sentenze sempre più mari. Si tratta anche del lancio nel videogioco nell’anno in cui il mondo inizia a conoscere i prodigi di Lionel Messi. Il 1 maggio 2005, infatti, il pallonetto contro l’Albacete, assist proprio di Ronaldinho, a segnare una bellissima storia che farà innamorare tutti gli amanti del pallone.
Anche il Barcellona trionferà in Champions League, escludendo il Milan di Carlo Ancelotti nel doppio confronto in semifinale. Il verdeoro, Ludovic Giuly, Carles Puyol, Samuel Eto’o e Deco, per citare solamente alcune delle stelle in grado di riportare la Champions in Catalogna per la seconda volta nella storia. A nulla varrà, invece, lo scudetto di Fabio Capello con la Juventus, condannata all’inferno della Serie B, in procinto di lanciare il ciclo vincente dell’Inter di Roberto Mancini prima e José Mourinho poi.
Tra Pauleta e Ronaldinho
Impossibile non scatti il momento nostalgia per quello che forse è stato uno dei migliori videogiochi di sempre. Soprattutto per il video che ritrae dieci gol bellissimi siglati da grandi protagonisti del passato. Da sottofondo, l’affascinante hit Black and white town degli inglesi Doves. Riscopriamo assieme con un viaggio a ritroso nel tempo quei momenti che hanno segnato la nostra infanzia e adolescenza.
10 – Il pallonetto defilato di Pauleta
PSG-Marsiglia, 25 aprile 2004. Spalle alla porta e defilato, Pauleta vede Barthez fuori dai pali e lo aggira con un pallonetto imprevedibile e beffardo. Attaccante simbolo della nazionale portoghese, storicamente non eccelsa dal punto di vista delle punte se si escludono le leggende Eusebio e Ronaldo. 88 apparizioni e 47 gettoni con i lusitani, oltre 100 reti con la maglia del PSG, superato poi da Zlatan Ibrahimovic e Edinson Cavani. Non propriamente delle comparse.
9 – Lo scavetto di Ronaldinho
Ancora il PSG, ancora il Marsiglia come vittima, 9 marzo 2003. Erroraccio in impostazione, Dinho si avventa come un falco e con un sottile e delizioso scavetto beffa l’estremo difensore. Già, perché il verdeoro è passato anche all’ombra della Tour Eiffel. Una squadra ancora lontana dai livelli attuali, mai vittoriosa in alcun trofeo. Fatto che lo porterà al Barcellona, dove aprirà un ciclo da sogno. Il primo uomo copertina di FIFA 06.
8 – La saetta di Anderson
Lione-PSG, 11 maggio 2003. Stavolta sono i parigini ad incassare la rete. Da quello che forse è uno dei nomi meno appariscenti della rassegna. Sonny Anderson Da Silva, o semplicemente Anderson. Appena 6 presenze con il Brasile, ha vissuto il suo massimo momento di gloria con la maglia blaugrana e con l’OL, tra il 1999 e il 2003. Un tiro dai 25 metri che non lascia scampo al portiere.
7 – La palombella di Rooney
Altro uomo della copertina del gioco, Everton-Arsenal, 19 ottobre 2002. Ancora in forza ai Toffees, un 16enne di belle speranze si inventa uno strepitoso tiro a giro che interrompe una lunghissima serie positiva dei Gunners. Un’esultanza piena di gioia, preludio al grande attaccante che diventerà, il più giovane fino ad allora a segnare in Premier League. Da Liverpool a Manchester, segnerà un epoca, formando in coppia con Michael Owen un attacco potenzialmente formidabile per l’Inghilterra. Che però non ha corrisposto vittorie.
6 – Il gol da funambolo di Yeboah
Se il Loco Bielsa rimarrà un pezzo di storia per il Leeds United, lo stesso si può dire per Tony Yeboah. È il 23 settembre del 1995, Leeds-Wimbledon. In un pomeriggio di inizio autunno, la punta ghanese controlla col ginocchio, finta col sinistro e scarica un bolide dritto nell’angolino. Rappresentante a pieno titolo della nazionale ghanese, 59 presenze e 18 reti, entra di pieno diritto nel’amarcord delle reti più belli segnate in Premier League.
5 – L’acrobazia Di Canio
Uno dei tanti italiani emigrati in terra britannica, Paolo Di Canio. Inizia la sua parabola nel 1996 quando si trasferisce al Celtic, per poi chiudere al Charlton prima di approdare nuovamente alla Lazio. Nel mezzo, dal 1998 al 2003, l’esperienza al West Ham, dove segna il gol che verrà votato come più bello di sempre all’Upton Park. Hammers contro Wimbledon, 26 marzo 2000. Il romano saluta l’inizio del millennio con una strepitosa conclusione volante, una rete da leggenda. L’ennesimo italiano a Londra che lascia il segno.
4 – La rete della domenica di Beckham
“Un gol che verrà riproposto e di cui si parlerà per anni“. Questo il commento del telecronista che il 17 agosto 1996 ha la fortuna di essere all’Old Trafford perm assistere a un momento memorabile. Il Manchester United di un 21enne David Beckham affronta il Wimbledon. Un raptus di follia. Il centrocampista vede il portiere fuori dai pali e lo stupisce con un tiro da centrocampo. L’antipasto per colui che diverrà uno dei giocatori di maggiore immagine nel calcio internazionale. Che darà lustro anche negli USA con l’avventura ai Los Angeles Galaxy.
3- La sforbiciata di Giuly
22 novembre 2003, in Ligue 1 si gioca Monaco-Lens. Ludovic Giuly, folletto e capitano dei biancorossi, si inventa una potente sforbiciata che si insacca perfettamente nell’angolino più lontano. Capitano della squadra e trascinatore in Champions, nel 2004 si trasferirà al Barcellona, filo comune di questa narrativa, con il connazionale transalpino Thierry Henry e Ronaldinho. Con loro, trionferà in Champions League nel 2006, risultando decisivo nella doppia semifinale contro il Milan. Unico cruccio? La mancata convocazione in Germania nella rassegna iridata del 2006.
2 – Il tacco geniale di Bergkamp
Dennis Bergkamp, meteora nell’Inter tra 1993 e 1995, leggenda per l’Arsenal. Oltre 300 presenze e 87 reti in Premier League per i Gunners. Seconda punta molto estrosa e dal tocco sopraffino, trascina l’Olanda fino alle semifinali di Francia 1998, prima di arrendersi contro il Brasile di Ronaldo. Arsenal-Newcastle, 2 marzo 2002. L’Orange si libera con una fintab strepitosa del difensore e fa partire un rasoterra che si insacca all’angolino. Uno dei maggiori rimpianti e misteri nerazzurri.
1 – Lo sberleffo di Cantona
Eric Cantona. Genio e sregolatezza sono la perfetta fotografia di un attaccante dal talento sopraffino, ma spesso sopra le righe. Come quando rifilò un calcio a un tifoso del Crystal Palace, reo di averlo insultato. Al Manchester United a 31 anni la sua carriera breve ma intensa. Un anno prima del ritiro, ha il tempo di lasciare agli ammiratori una delle ultime gemme. Manchester United-Sunderland, 21 dicembre 1996. Fraseggio con McClair e insidioso mix tra pallonetto e tiro a giro che lascia pietrificato un incolpevole portiere avversario. Esulta voltandosi con le braccia al cielo, come a dire: “Il prodigio è servito“. Uno degli ultimi canti del cigno.
Nostalgia calcistica, adolescenziale e non, FIFA 06 ha lasciato un ricordo indelebile per molti di noi. Come quei fantastici gol, siglati in una domenica qualunque di devozione al pallone.