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Darboe: da rifugiato ad astro nascente del calcio

Darboe

Fonte: profilo ufficiale Twitter AS Roma

Una storia emozionante.

Nel 2001 accadono due cose, che il destino o il caso unirà qualche anno dopo: la Roma diventa campione d’Italia e vince il suo terzo scudetto, mentre, lontano dalla capitale, in Gambia, nasce una giovane promessa, chiamata Ebrima Darboe. La sua è una storia difficile, emozionante ma che vale la pena raccontare. Nel 2014, fugge dal suo paese per cercare fortuna altrove e garantire un futuro alla sua famiglia; arriva dapprima in Libia e in seguito approda in Italia, a bordo di una ONG. La sua nuova vita comincia in una casa famiglia di Rieti ed è proprio qui che si avvicina al mondo del calcio. Inizia a giocare in modo amatoriale nella squadra Young Rieti e riesce ad ottenere un provino con la Roma. Poi, nel 2019 si compie quella che lui stesso ha definito la “realizzazione di un sogno”: firma, infatti, il suo contratto da professionista con il club giallorosso.

L’esordio con la Roma.

Darboe pesa appena 50 chili quando arriva nella Primavera della Roma ma le sue giocate veloci e la sua forte personalità convincono l’allenatore Alberto De Rossi. In sei mesi gioca 14 partite, segna due gol importanti contro il Chievo e l’Udinese e raggiunge l’esordio in Youth League. Le sue doti colpiscono anche Fonseca che, nell’ottobre 2019, decide di convocarlo contro il Milan, partita però in cui non scenderà in campo. Il momento tanto atteso arriva solo a distanza di una stagione, in una settimana intensa: gioca la prima in Serie A contro la Sampdoria, la prima in Europa League contro il Manchester United e la prima da titolare, sempre in campionato, contro il Crotone. Da titolare viene riproposto anche nel derby della Capitale (il primo classe 2000 della storia a giocare questa stracittadina), che probabilmente non dimenticherà facilmente. I giallorossi vincono il match con un secco 2 – 0 e il mediano dimostra tutta la sua grinta e qualità tecnica. Ai microfoni di Dazn, l’omaggio arriva anche da Fonseca: «Ha cambiato la squadra, non è facile trovare un ragazzo della sua età con questo coraggio e questa serenità. È un giocatore per il futuro».

La stella da blindare.

Darboe è quindi letteralmente un “giocatore per il futuro”, una splendida eredità che Fonseca lascia alla Roma. Difficile trovare un giovane come lui. Consapevole di avere ancora tanta strada da fare, di doversi allenare sempre al massimo ma che il coraggio ce l’ha letteralmente cucito addosso. Può arrivare lontano e la Roma ne è consapevole, tanto da voler accelerare sulla firma del rinnovo per non lasciarlo partire. «Quattro/cinque anni fa ero in Africa e guardavo i giocatori, facevo il tifo per loro. Oggi sono in campo e gioco contro di loro. Sono molto emozionato», ha dichiarato in seguito alla partita contro il Manchester United, concludendo con voce tremante: «Se oggi sono qui è anche grazie al Mister e al suo staff. Vorrei ringraziarli tutti». Un esempio di coraggio e di sport sano, quello di cui il mondo del calcio ha bisogno, oggi più che mai. Il calcio, d’altronde, è di tutti. Il sogno di un bambino, nato dall’altra parte del mondo, che oggi è diventato realtà.

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