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#ConteOut

#conteout

Fonte: profilo instagram ufficiale Antonio Conte

È il 9 dicembre 2020. L’Inter pareggia 0-0 contro lo Shakhtar Donetsk e viene eliminata dalla fase a gironi della Champions League. Sui social i tifosi nerazzurri esplodono. Presi dalla rabbia, l’hastag #ConteOut diventa subito di tendenza su Twitter. Un mese dopo, tante vittorie dopo, l’Inter di Antonio Conte si prende la scena, nella partita più importante. Il Derby d’Italia.

Fuochi d’artificio ad inizio gara (i tifosi dell’Inter evidentemente, sicuri della vittoria, hanno festeggiato in anticipo). 97′ minuti giocati ad altissimo livello. Intensità, qualità, ferocia agonistica. La partita più da Inter di Conte di tutte. Non la più bella, ma quella in cui l’allenatore ha dato più di tutte la sua impronta. Un marchio, per il quale l’Inter e la sua dirigenza (su tutti l’amministratore delegato Beppe Marotta) lo hanno scelto per guidare il club. Un club che, dopo diversi anni, sembrerebbe pronto per tornare alla vittoria.

In tutti i reparti, l’Inter è stata dominante. Ma qualche neo c’è. In molti ruoli, i nerazzurri non hanno i giusti ricambi. Non esiste un vice Lukaku (un po’ in ombra, ha perso diversi duelli con il rientrante Giorgio Chiellini). Un sostituto di Brozovic, per caratteristiche, manca. Per non parlare di Vidal, Barella, De Vrij…Hakimi. All’Inter non mancano ricambi per numero di giocatori, ma per caratteristiche.

L’Inter è cresciuta in questi due anni. Ha raggiunto un livello tale da poter lottare per grandi traguardi. In campionato, in Europa. E questo è merito del suo allenatore. Che non sarà simpatico, soprattutto in alcune esternazioni dove attacca a testa bassa come era abituato fare da calciatore. Ma è un allenatore vincente. Nei numeri, nei fatti. Lo dimostrerà all’Inter? Chissà.

Ma di certo l’hastag #ConteOut spopolerà di nuovo.

Le due strade, a fine anno, quasi sicuramente si divideranno. Magari con il sorriso di una vittoria. Magari alzando un trofeo al cielo. Nerazzurro, non solo per una notte.

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