La Serie B si ferma. Scelta resasi necessaria in seguito allo stop imposto al Pescara dalla competente ASL, causa COVID. In quest’annata disgraziata, dove il calcio ha scelto la via del continuare costi quel che costi, abbiamo assistito a tutta una serie di stop e rinvii che hanno reso i campionati un faticoso e lacerante viatico, con lo striscione del traguardo posto ogni volta sempre un metro più avanti. In conseguenza di ciò, prima della ripresa prevista per il 1° maggio, sabato scorso si è giocato il 34° turno. Il torneo cadetto è entrato nella sua fase più delicata. I 12 punti in palio (per sei squadre ritardatarie sono 15) potrebbero rappresentare l’inizio di una nuova era o la fine di un’epoca. Per questo motivo ogni singolo passo avanti, anche piccolo, è tenuto nella giusta considerazione. Ne sanno qualcosa le squadre che lottano per non cadere nei gironi infernali della terza serie, ne sono consapevoli quelle che lottano per ottenere un pass tra i grandi, Superlega permettendo. La corazzata Empoli, con una partita in meno, è da ritenersi imprendibile. Ne consegue che, la bagarre per il secondo posto utile per l’accesso diretto alla massima serie, si fa serratissima. Così come adrenaliniche le sfide per entrare nei play-off promozione, con la terza e la quarta classificata che accederanno direttamente alle semifinali dell’ulteriore minitorneo.
Capirete l’importanza di ogni singola giocata che porti la palla in rete.
In questo quadro di spasmodica attesa, ha avuto luogo allo stadio Arechi di Salerno una partita d’alta classifica tra i granata padroni di casa e il Venezia di mister Zanetti. Due belle squadre con principi di gioco diversi. Più aperti all’offesa i lagunari, come dimostra la classifica marcatori che vede il centravanti Francesco Forte al terzo posto con 12 reti e l’esterno d’attacco Mattia Aramu, decimo con 9 centri.
Più conservativa la rosa di Castori che, fedele ai suoi moduli, blinda la porta di Belec con soli 30 gol al passivo ma pone i campani, per numero di realizzazioni, all’ultimo posto tra le otto “finaliste”.
Durante l’incontro succede che Maleh, al 28°, porta gli ospiti in vantaggio. La Salernitana, nonostante vari tentativi, non riesce a bucare la porta difesa dal finlandese Maenpaa, in particolare stato di grazia, capace di parare l’impossibile. Al tramonto della sfida (siamo già al 92°) accade l’impensabile. Dalle lunghe spiagge della Costa d’Avorio, che immaginiamo simili alla locale Santa Teresa, spunta questo ragazzone di 1,87mt. che, in 116 secondi, sforacchia il piroscafo veneziano con due razzi dal golfo.
Trattasi di Cedric Gondo, centravanti sul quale la Lazio ha posto più di qualche speranza. Il prestito alla Salernitana, anche per accrescerne l’esperienza, si è compiuto grazie all’ormai noto doppio ruolo di patron Lotito, presidente dei biancazzurri e comproprietario dei granata.
Gondo è nato il 25 novembre 1996 a Divo, capoluogo della regione Loh-Djiboua, in Costa d’Avorio.
Cedric è cittadino italiano, essendosi trasferito con la famiglia, all’età di sette anni, in provincia di Treviso. Cresciuto a pane e pallone nel settore giovanile della Fiorentina, in quel contesto si è messo in mostra quale uno dei giocatori più interessanti della propria generazione. La sua vita da professionista del gol comincia a Terni dove, il 12 dicembre 2015, realizza la sua prima rete ai danni del Como.
Poi un’esperienza all’estero, nella massima serie greca, con la maglia dell’Asteras Tripolis dove, in una stagione e mezza, realizzerà il suo secondo ed ultimo gol ai danni del Platanias all’11° minuto, dell’11^ giornata, giocata il 19.11.2017. E per chi crede alla numerologia sono cose da evidenziare.
Qui, nel Peloponneso, troverà, tra i compagni di squadra della stagione 2016-2017, il portiere Antonio Donnarumma, fratello maggiore del più noto Gianluigi.
Dopo altre esperienze a Pescara, Teramo e Rieti, nel settembre 2019 Gondo viene acquistato dalla Lazio che, come anticipato, lo gira in prestito alla Salernitana.
Chiude il suo primo anno (2019-2020) con un bottino di sei gol.
Ora questa doppietta sul filo di lana che lo proietta, nelle vivaci discussioni di tutti i bar del capoluogo salernitano, come prima scelta degli argomenti riguardanti il calcio.
Cedric Gondo, Divo per sempre e, in quel di Salerno, divo per un giorno.